La โpatente di credentiโ non appartiene al cristiano!
Il Vangelo della Liturgia odierna ci racconta un breve dialogo tra Gesรน e lโApostolo Giovanni, che parla a nome di tutto il gruppo dei discepoli. Marco annota che Giovanni disse a Gesรน: ยซMaestro, abbiamo visto uno che scacciava demoni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perchรฉ non ci seguivaยป.
Gesรน, a questo punto, li invita a non ostacolare chi si adopera nel bene, perchรฉ concorre a realizzare il progetto di Dio. Lโevangelista narra che: ยซGesรน disse: โNon glielo impedite, perchรฉ non cโรจ nessuno che faccia unย miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non รจ contro di noi รจ per noi. Chiunque infatti vi darร da bere un bicchiere dโacqua nel mio nome perchรฉ siete di Cristo, in veritร io vi dico, non perderร la sua ricompensaโยป. Poi ammonisce: invece di dividere le persone in buone e cattive, tutti siamo chiamati a vigilare sul nostro cuore, perchรฉ non ci succeda di soccombere al male e di dare scandalo agli altri (cf vv. 42-45.47-48).
Le parole di Gesรน svelano insomma una tentazione e offrono unโesortazione. La tentazione รจ quella della chiusura. I discepoli vorrebbero impedire unโopera di bene solo perchรฉ chi lโha compiuta non apparteneva al loro gruppo. Pensano di avere โlโesclusiva su Gesรนโ e di essere gli unici autorizzati a lavorare per il Regno di Dio. Ma cosรฌ finiscono per sentirsi prediletti e considerano gli altri come estranei, fino a diventare ostili nei loro confronti. Ogni chiusura, infatti, fa tenere a distanza chi non la pensa come noi e questo โ lo sappiamo โ รจ la radice di tanti mali della storia: dellโassolutismo che spesso ha generato dittature e di tante violenze nei confronti di chi รจ diverso.
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Ma occorre anche vigilare sulla chiusura nella Chiesa. A volte anche noi, invece di essere comunitร umili e aperte, diamo lโimpressione di fare โi primi della classeโ e tenere gli altri a distanza. Anzichรฉ accogliere e cercare di camminare con tutti,ย esibiamo la nostra โpatente di credentiโ: โio sono credenteโ, โio sono cattolicoโ, โio appartengo a questa associazione, io a quellโaltra, etcโฆโ. Esibire la โpatente di credentiโ per giudicare ed escludere รจ peccato.
Peccato di superbia e orgoglio. Chiediamo la grazia di superare la tentazione di giudicare e di catalogare, e che Dio ci preservi dalla mentalitร del โnidoโ, quella di custodirci gelosamente nel piccolo gruppo di chi si ritiene buono: il parroco con i suoi fedelissimi, gli operatori pastorali chiusi tra di loro perchรฉ nessuno si infiltri, i movimenti e le associazioni nel proprio carisma particolare, e cosรฌ via. Tutto ciรฒ rischia di fare delle comunitร cristiane dei luoghi di separazione e non di comunione. Lo Spirito Santo non vuole chiusure; vuole apertura, comunitร accoglienti dove ci sia posto per tutti.
E poi nel Vangelo cโรจ lโesortazione di Gesรน: invece di giudicare tutto e tutti, stiamo attenti a noi stessi! Infatti, il rischio รจ quello di essere inflessibili verso gli altri e indulgenti verso di noi. E Gesรน ci esorta a non scendere a patti col male, con immagini che colpiscono: โSe qualcosa in te รจ motivo di scandalo, taglialo!โ (cfr vv. 43-48). Gesรน รจ radicale in questo, esigente, ma per il nostro bene, come un bravo medico. Ogni taglio, ogni potatura, รจ per crescere meglio e portare frutto nellโamore. Chiediamoci allora: cosa cโรจ in me che contrasta col Vangelo? Che cosa, concretamente, Gesรน vuole che io tagli nella mia vita?
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Ed infine, nella Liturgia odierna risuona anche lโinvettiva dellโapostolo Giacomo contri i ricchi disonesti, che ripongono la loro sicurezza nelle ricchezze accumulate a forza di soprusi. Al riguardo, Cesario di Arles cosรฌ afferma in un suo discorso: ยซLa ricchezza non puรฒ fare del male a un uomo buono, perchรฉ la dona con misericordia, cosรฌ come non puรฒ aiutare un uomo cattivo, finchรฉ la conserva avidamente o la spreca nella dissipazioneยป (Sermoni 35, 4). Le parole dellโapostolo Giacomo, mentre mettono in guardia dalla vana bramosia dei beni materiali, costituiscono un forte richiamo ad usarli nella prospettiva della solidarietร e del bene comune, operando sempre con equitร e moralitร , a tutti i livelli.
Per intercessione di Maria Santissima, preghiamo il Signore affinchรฉ ci aiuti a essere accoglienti verso gli altri e vigilanti su noi stessi cosรฌ da saper gioire per ogni gesto e iniziativa di bene, senza invidie e gelosie, e usare saggiamente dei beni terreni nella continua ricerca dei beni eterni. Amen!
Don Lucio D’Abbraccio
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