Don Lucio DโAbbraccio
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Vegliate in ogni momento pregando
Inizia il tempo liturgico dellโAvvento, cioรจ il tempo della venuta del Signore Gesรน Cristo. Per la Chiesa, con questa domenica, comincia il nuovo anno. Il colore viola dei paramenti ci dice che entriamo in un tempo di attesa e di preparazione: per quattro settimane, nel raccoglimento e nel rinnovamento interiore, ci prepariamo al Natale, allโincontro col Signore che viene. Nella nostra professione di fede confessiamo che il Figlio di Dio, Cristo Signore, si รจ fatto uomo incarnandosi, per opera dello Spirito Santo, nel grembo della Vergine Maria, รจ stato crocifisso, รจ morto, sepolto e, il terzo giorno รจ risuscitato, secondo le Scritture, รจ salito al cielo e di nuovo verrร , nella gloria, per giudicare i vivi e i morti.
Questa venuta gloriosa di Gesรน Cristo รจ parte integrante del mistero cristiano, perchรฉ cโรจ un Giorno, giร annunciato dai profeti e poi testimoniato piรน volte dallo stesso Gesรน ai suoi discepoli, in cui il Signore stabilirร pienamente la sua presenza nella storia dellโumanitร . In quel giorno avverrร il giudizio dei vivi e dei morti, in modo che siano ristabilite definitivamente la giustizia e la veritร , e cosรฌ si compia il disegno di Dio e sia resa testimonianza a coloro che nel mondo hanno subรฌto afflizione e hanno atteso con fiducia lโavvento del Signore. Avvento, dunque, รจ un tempo di attesa e di speranza gioiosa.
Nella pagina del vangelo che รจ stato proclamato, il Signore Gesรน parla della sua ultima venuta alla fine di tempi. Gli ebrei della Palestina erano curiosi come noi, e ponevano a Gesรน delle domande sul futuro di Gerusalemme e sulla fine del mondo. Gesรน risponde con parole poco chiare, in un linguaggio insolito: ยซVi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per lโattesa di ciรฒ che dovrร accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolteยป. Che cosa voleva dire Gesรน? Gli studiosi spiegano che si tratta di uno speciale linguaggio, detto apocalittico, proprio degli antichi profeti, riguardante la rivelazione delle ultime vicende. Quei profeti ricorrevano sovente a queste espressioni presentando la fine dei tempi in modo catastrofico. Gesรน, dunque, esprimendosi con il linguaggio apocalittico ha accettato in pieno le condizioni della situazione umana. Nel suo discorso, perรฒ, il Maestro non parla solo di catastrofi ma anche di speranza, di fiducia. Gesรน, infatti, dice ai suoi discepoli: ยซRisollevatevi e alzate il capoยป. Il Messia, quindi, non propone di nascondersi e di fuggire terrorizzati, ma indica quale deve essere il motivo della loro gioia e fiducia: ยซla vostra liberazione รจ vicinaยป. In sostanza Gesรน assicura i discepoli sulla sua presenza al loro fianco: ยซAllora vedranno il Figlio dellโuomo venire su una nube con grande potenza e gloriaยป.
Le letture che in questo tempo forte dellโanno liturgico la liturgia della parola ci propone, ci invitano a riporre la nostra speranza nel Signore Gesรน, giudice e salvatore. In questo tempo di Avvento, che ci prepara al santo Natale, facciamo nostra la raccomandazione che Gesรน fa ai suoi discepoli: ยซState attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vitaยป. In parole molto semplici, Cristo Signore vuol farci capire che poichรฉ siamo in viaggio verso la Gerusalemme celeste non dobbiamo appesantirci con problemi terreni, con affanni, con il denaro, con il potere, con cose che non porteremo con noi. Gesรน ci invita ad essere leggeri, liberi, e la libertร nasce attraverso il distacco dalle cose terrene.
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Nella prima lettura il profeta Geremia dice: ยซEcco, verranno giorni โ oracolo del Signore โ nei quali io realizzerรฒ le promesse di bene che ho fatto alla casa dโIsraele e alla casa di Giudaยป. Ciรฒ significa che Dio รจ sempre fedele alle sue promesse di bene. Perciรฒ, fiduciosi di questa fedeltร di Dio, non possiamo abbandonarci al pessimismo, alla passiva rassegnazione, allo sterile disimpegno, ma dobbiamo essere credenti pieni di speranza e di fiducia, nonostante le delusioni, gli insuccessi, i momenti di scoraggiamento. La speranza del cristiano necessita di essere alimentata dal frequente e docile ascolto della parola del Signore, dalla preghiera, dallโeucaristia e necessita anche di essere manifestata nellโamore vicendevole verso tutti, amore che deve sempre crescere ed abbondare, come ci ricorda san Paolo nella prima lettera che scrive ai Tessalonicesi (lโodierna Salonicco, in Grecia): ยซIl Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nellโamore fra voi e verso tutti, come sovrabbonda il nostro per voi, per rendere saldi i vostri cuori e irreprensibili nella santitร , davanti a Dio e Padre nostro, alla venuta del Signore nostro Gesรน con tutti i suoi santiยป (II Lettura).
Chiediamoci allora onestamente durante queste settimane di Avvento: noi cristiani attendiamo il Signore, sรฌ o no? Desideriamo veramente incontrarlo? Dalla risposta a questi interrogativi nasce un comportamento quotidiano capace di capire se siamo cristiani dal cuore libero oppure cristiani dal cuore appesantito.