Riponiamo la nostra fiducia in Cristo che รจ Pane dei poveri e Cibo del pellegrino!
Questโoggi la liturgia prevede come pagina evangelica lโinizio del capitolo VI di Giovanni. Questa pagina evangelica presenta il racconto della moltiplicazione dei pani e dei pesci. Lโautore sacro scrive che Gesรน vedendo la grande folla che veniva da lui, nei pressi del lago di Tiberiade, si rivolge allโapostolo Filippo e domanda: ยซDove potremo comprare il pane perchรฉ costoro abbiano da mangiare?ยป.
I ยซduecentoย denariยป che Gesรน e gli apostoli possiedono, non bastano per sfamare quella moltitudine. Ed ecco che Andrea, un altro dei Dodici, conduce da Gesรน un ragazzo che mette a disposizione tutto quello che ha: ยซcinque pani e due pesciยป; ma, continua lโevangelista, Andrea dice: ยซma che cosโรจ questo per tanta gente?ยป. Eppure Gesรน ordina ai discepoli di far sedere la gente: ยซFateli sedereยป, poi prende ยซi pani e, dopo aver rese grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesciยป, e tutti possono avere cibo a sazietร .
Tutti hanno mangiato quello che volevano. Narrando il โsegnoโ dei pani, lโEvangelista sottolinea che Cristo, prima di distribuirli, li benedisse con una preghiera di ringraziamento.
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Il verbo รจย eucharistein, e rimanda direttamente al racconto dellโUltima Cena, nel quale, in effetti, Giovanni non riferisce lโistituzione dellโEucaristia, bensรฌ la lavanda dei piedi. LโEucaristia รจ qui come anticipata nel grande segno del pane della vita. Come non ricordare che specialmente noi sacerdoti possiamo rispecchiarci in questo testo giovanneo, immedesimandoci negli Apostoli, lร dove dicono: Dove potremo trovare il pane per tutta questa gente?
E leggendo di quellโanonimo ragazzo che ha cinque pani dโorzo e due pesci, anche a noi viene spontaneo dire: ยซMa che cosโรจ questo per una tale moltitudine? In altre parole: come posso, con i miei limiti, aiutare Gesรน nella sua missione?ยป. E la risposta la dร il Signore: proprio mettendo nelle sue mani โsante e venerabiliโ il poco che essi sono, noi sacerdoti diventiamo strumenti di salvezza per tanti, per tutti!
Poi, alla fine del racconto, quando tutti furono saziati, Gesรน disse ai discepoli: ยซRaccogliete i pezzi avanzati, perchรฉ nulla vada perdutoยป. Pensiamo alla gente che ha fame e a quanto cibo avanzato noi buttiamoโฆ Ognuno di noi pensi: il cibo che avanza a pranzo, a cena, dove va? A casa nostra, cosa si fa con il cibo avanzato? Si butta? Impariamo a non buttare mai il cibo avanzato.
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Con questa pagina evangelica, la liturgia ci induce a non distogliere lo sguardo da quel Gesรน che domenica scorsa, nel Vangelo di Marco, vedendo ยซuna grande folla, ebbe compassione di loroยป (cf Mc 6,34). Oggi, infatti, Giovanni ci mostra nuovamente Gesรน attento ai bisogni primari delle persone. Lโepisodio scaturisce da un fatto concreto: la gente ha fame e Gesรน coinvolge i suoi discepoli perchรฉ questa fame venga saziata. Alle folle, Gesรน non si รจ limitato a donare il ยซpane e i pesciยป, ma ha offerto la sua Parola, la sua consolazione.
Di fronte al grido di fame โ ogni sorta di โfameโ โ di tanti fratelli e sorelle in ogni parte del mondo, non possiamo restare spettatori distaccati e tranquilli. Lโannuncio di Cristo, pane di vita eterna, richiede un generoso impegno di solidarietร per i poveri, i deboli, gli ultimi, gli indifesi. Questa azione di prossimitร e di caritร รจ la migliore verifica della qualitร della nostra fede, tanto a livello personale, quanto a livello comunitario.
Ebbene, il racconto evangelico che abbiamo oggi ascoltato, ci fa comprendere che il vero prodigio non รจ tanto la moltiplicazione dei pani e dei pesci, bensรฌ il coraggio di condividere quel poco che si ha, anzi, la nostra stessa povertร , cioรจ quel poco che si รจ. Facciamo nostra la logica del dono, della prossimitร , della caritร , dellโamore che non calcola. Prendiamoci cura gli uni degli altri, riconoscendo il grido del povero e dellโaffamato.
LโEucaristia che stiamo celebrando รจ cibo del pellegrino, pane dei poveri, sacramento di vita dei peccatori. A tal proposito, concludo questo mio pensiero con una preghiera di san Tommaso dโAquino.
ยซO Dio, onnipotente ed eterno, mi accosto al sacramento del tuo unigenito Figlio, il nostro Signore Gesรน Cristo; mi accosto come un infermo al medico della vita, un assetato alla fonte della misericordia, un cieco alla luce dellโeterno splendore, un povero al padrone del cielo e della terra. Perciรฒ invoco la tua immensa generositร : degnati di curare la mia infermitร , di illuminare la mia cecitร , di arricchire la mia povertร , di rivestire la mia nuditร , affinchรฉ riceva il pane degli angeli per la mia salvezza. Concedimi, ti prego, che io riceva non solo il Sacramento del Corpo e del Sangue del Signore, ma anche la grazia e la virtรน di questo Sacramento. Amen!ยป.
Don Lucio D’Abbraccio
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