don Lucio D’Abbraccio – Commento al Vangelo del 23 Ottobre 2022

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O Dio, abbi pietร  di me peccatore!

Nel Vangelo di questa domenica Luca scrive che ยซGesรน disse ancora questa parabola per alcuni che avevano lโ€™intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altriยป. Lโ€™annotazione con cui si apre questo brano tocca ciascuno di noi: siamo infatti sempre tentati di sentirci giusti, di giustificare ogni nostro comportamento. La via piรน breve per giungere a questo scopo consiste nel condannare gli errori altrui. Noi guardiamo sempre la pagliuzza che รจ nellโ€™occhio del fratello e non ci accorgiamo della trave che รจ nel nostro occhio (cf Lc 6, 41). In questo modo finiamo per essere ciechi davanti ai nostri errori. Nessuno di noi di fronte a Dio puรฒ ritenersi giusto e nessuno puรฒ avere il diritto di disprezzare il prossimo. Il perdono, la misericordia e la salvezza, sono doni che Dio fa a tutti coloro che si presentano a lui e pregano con umiltร .

Noi ogni domenica partecipiamo alla santa Eucaristia: come torniamo a casa? Uguali a prima? Giustificati? O con un peccato in piรน? La parabola di oggi parla di ยซdue uomini (che) salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e lโ€™altro pubblicanoยป. A prima vista la contrapposizione non puรฒ essere piรน netta: da una parte troviamo il fariseo, un ยซuomo religiosoยป, stimato come persona pia ed esemplare; dallโ€™altra il pubblicano, colui che svolge il mestiere โ€“ impuro per gli ebrei โ€“ dellโ€™ingiusto appaltatore di tasse, la figura tipica del peccatore pubblico, riconosciuto tale da tutti. Entrambi salgono al tempio per entrare in comunione con Dio, ma le loro preghiere sono agli antipodi. Questi due uomini, se vogliamo, sono la personificazione di due possibilitร  che sono sempre davanti a noi: anche noi possiamo essere farisei! Anche noi possiamo essere pubblicani! Gesรน, infatti, con questa parabola mette in guardia proprio i credenti, i religiosi, coloro che vanno al tempio. In altre parole: noi!

Notiamo subito un particolare: il fariseo sta in piedi, nella posizione di chi รจ sicuro di sรฉ si rivolge a Dio, in una sorta di monologo, dicendo: ยซO Dio, ti ringrazio perchรฉ non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adรนlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedoยป. Questa preghiera รจ unโ€™offesa a Dio. Perchรฉ? Perchรฉ รจ una preghiera atea. Il fariseo a parole si rivolge allโ€™Onnipotente, ma di fatto egli lo esclude, non gli serve. Sostituisce il suo ยซioยป a ยซDioยป e rende grazie non per ciรฒ che Dio, nel suo amore fedele, ha fatto per lui, ma per ciรฒ che lui stesso ha compiuto per Dio! Questโ€™uomo รจ pieno di sรฉ, ha la presunzione di essere in regola in tutto. Egli compie opere buone che, perรฒ, non hanno nessun valore perchรฉ partono da un cuore orgoglioso e presuntuoso. Le opere che fa sono al servizio del suo orgoglio. Egli non prega Dio, ma contempla vanitosamente se stesso. Ed ecco la conseguenza terribile, una conseguenza che spesso si ritrova nella vita di tanta gente: lโ€™orgoglio lo porta al disprezzo degli altri, al disprezzo dei fratelli. E il disprezzo degli altri, noi sappiamo che รจ peccato. Egli, infatti, vede in fondo al tempio il pubblicano, ma non avverte per lui nessun sentimento di compassione: neppure lontanamente pensa a tendergli la mano. Ci mancherebbe: correrebbe il rischio di sporcarla! Il fariseo non ama nessuno allโ€™infuori di se stesso. A lui gli altri servono soltanto come paragone per innalzare se stesso. Purtroppo tanta gente si comporta cosรฌ!

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Chi prega Dio e non ama il prossimo, ha sbagliato tutto: chi prega come il fariseo, esce dal tempio senza aver incontrato Dio. Quante persone dicono: ยซNon rubo, non uccido, non critico etc.ยป. Va bene, ma non basta questo per avere la coscienza a posto. La vera preghiera รจ quando noi iniziamo a non pensare piรน a ยซnoi stessiยป ma al prossimo. Che cosa facciamo per gli altri? E se facciamo qualcosa ci piace metterci in mostra ed essere elogiati o rimanere nel nascondimento? Non dimentichiamo il monito di Gesรน: ยซnon sappia la tua sinistra ciรฒ che fa la tua destraยป (cf Mt 6, 1-4)! La preghiera, dunque, quando รจ vera, accende nel cuore il fuoco della caritร , dellโ€™amore. Quando preghiamo, infatti, ci accostiamo a Dio e veniamo contagiati dallโ€™Amore! Se ciรฒ non accade vuol dire che non sappiamo o non vogliamo pregare.

Gesรน continua dicendo che ยซil pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: โ€œO Dio, abbi pietร  di me peccatoreโ€ยป. I suoi peccati manifesti lo rendono oggetto di scherno da parte di tutti; per questo egli รจ andato al tempio con la coscienza, resa piรน bruciante dal giudizio altrui, di essere un peccatore. Questโ€™uomo non osa avvicinarsi al Santo dei santi, lร  dove cโ€™รจ la presenza di Dio: non ha nulla da vantare, ma sa che puรฒ implorare misericordia da parte del Dio tre volte Santo. Egli prova lo stesso sentimento di Pietro di fronte alla santitร  di Gesรน: ยซSignore, allontanati da me, perchรฉ sono un peccatoreยป (cf Lc 5, 8). Ecco perchรฉ la preghiera: ยซO Dio, abbi pietร  di me peccatoreยป รจ quella che meglio esprime la nostra condizione: siamo chiamati a riconoscere le nostre cadute e ad accettare che Dio le ricopra con la sua inesauribile misericordia, lโ€™unica cosa veramente necessaria nella nostra vita.

Significativa รจ la conclusione di Gesรน: il pubblicano ยซa differenza dellโ€™altro, tornรฒ a casa sua giustificato, perchรฉ chiunque si esalta sarร  umiliato, chi invece si umilia sarร  esaltatoยป. Il pubblicano, infatti, prega presentandosi a Dio con grande realismo, accettando di essere conosciuto da lui per ciรฒ che egli รจ: un peccatore bisognoso di misericordia. Il pubblicano, dunque, รจ veramente pentito e uscendo dal tempio sarร  un uomo nuovo, un uomo che non disprezzerร  il fratello, un uomo che non avrร  presunzione, nรฉ arroganza. Costui, che si batte il petto e chiede pietร , sa di essere stato perdonato e sarร  felice quando potrร  perdonare qualcuno: la preghiera lโ€™ha trasformato profondamente.

Applichiamo a noi questa parabola: visti dal di fuori sembriamo buoni, ma visti dal di dentro, come siamo davanti a Dio?

Il pubblicano ci indica la strada della salvezza: mettiamoci in ginocchio insieme con lui, battiamoci il petto perchรฉ solo chi ha ยซun cuore contrito e affrantoยป (cf Sal 51, 19) puรฒ rivolgersi a Dio sapendo di essere ascoltato e perdonato!

Fonte

Don Lucio D’Abbraccio

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