don Lucio D’Abbraccio – Commento al Vangelo del 21 Maggio 2023

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Testimoni credibili!

Oggi si celebra la solennità dell’Ascensione di Gesù al cielo, avvenuta quaranta giorni dopo la Pasqua. La pagina evangelica, quella che conclude il Vangelo di Matteo, ci presenta il momento del definitivo commiato del Risorto dai suoi discepoli. La scena è ambientata in Galilea, il luogo dove Gesù li aveva chiamati a seguirlo e a formare il primo nucleo della sua nuova comunità. L’evangelista, infatti, scrive che «gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato».

Qui, dunque, avviene l’ultimo incontro del Signore risorto con i suoi, sul monte. Il “monte” ha una forte carica simbolica. Su un monte Gesù ha proclamato le Beatitudini (cf Mt 5,1-12); sui monti si ritirava a pregare (cf Mt 14,23); là accoglieva le folle e guariva i malati (cf Mt 15,29) e, sempre su un monte, il Tabor, si è trasfigurato davanti a tre dei suoi apostoli (cf Mt 17,1-8; Mc 9,2-8 e Lc 9,28-36). Ma questa volta, sul monte, non è più il Maestro che agisce, insegna e guarisce, ma è il Risorto che chiede ai discepoli di agire e di annunciare, affidando a loro il mandato di continuare la sua opera.

A questa comunità Gesù lascia il compito immenso di evangelizzare il mondo. L’autore sacro, infatti, annota che il Risorto dice ai discepoli, che nel vederlo si erano prostrati, anche se dubitavano: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato».

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I contenuti della missione affidata agli apostoli, dunque, sono: «annunciare, battezzare, insegnare e camminare». Ciò significa che bisogna mettere in pratica quello che il Signore ha annunciato e predicato. Questo messaggio di salvezza, quindi, implica prima di tutto il dovere della testimonianza – senza testimonianza non si può annunciare -, alla quale anche noi, discepoli di oggi, siamo chiamati per rendere ragione della nostra fede.

Di fronte a un compito così impegnativo, e pensando alle nostre debolezze, ci sentiamo inadeguati, come di certo si sentirono anche gli apostoli stessi. Ma non bisogna scoraggiarsi perché Gesù è sempre con noi. Lui stesso lo ha promesso ai suoi apostoli prima di ascendere al cielo: «Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo».

Questa promessa che il Risorto ha fatto ai suoi undici discepoli assicura la presenza costante e consolante di Gesù tra di noi. Ma in che modo si realizza questa presenza? Mediante il suo Spirito, che conduce la Chiesa a camminare nella storia come compagna di strada di ogni uomo. Quello Spirito che, inviato da Cristo e dal Padre, opera la remissione dei peccati e santifica tutti coloro che, pentiti, si aprono con fiducia al suo dono. 

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Con la promessa di rimanere con noi sino alla fine dei tempi, Gesù inaugura lo stile della sua presenza nel mondo come Risorto. Ciò significa che la presenza nel mondo di Gesù risorto è una presenza che si rivela nella Parola, nei Sacramenti, nell’azione costante e interiore dello Spirito Santo. 

L’Ascensione di Gesù al cielo costituisce, perciò, il termine della missione che il Figlio ha ricevuto dal Padre e l’avvio della prosecuzione di tale missione da parte della Chiesa. Da questo momento, dal momento dell’Ascensione, infatti, la presenza di Cristo nel mondo è mediata dai suoi discepoli, da quelli che credono in Lui e lo annunciano. Questa missione durerà fino alla fine della storia e godrà ogni giorno dell’assistenza del Signore risorto.

Ebbene, anche se Cristo è asceso al cielo e siede alla destra del Padre, ha promesso che sarà sempre con noi: ricordiamoci di questa sua promessa e non la dimentichiamo mai! Da questa presenza del Risorto rafforziamo i nostri passi sulla terra per proseguire con entusiasmo e coraggio il nostro cammino, la nostra missione di testimoniare e vivere il Vangelo in ogni ambiente. Soltanto con la luce e la forza dello Spirito Santo noi possiamo adempiere efficacemente la nostra missione di far conoscere e sperimentare sempre più agli altri l’amore e la tenerezza di Gesù.

La Vergine Maria accompagni il nostro pellegrinaggio terreno con la sua materna protezione: da Lei impariamo la dolcezza e il coraggio per essere testimoni credibili nel mondo del Signore risorto che oggi è asceso alla gloria del Padre suo e Padre nostro. Amen!

Fonte

Don Lucio D’Abbraccio

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