don Lucio Dโ€™Abbraccio โ€“ Commento al Vangelo del 21 Aprile 2024

Domenica 21 Aprile 2024
Commento al brano del Vangelo di: Gv 10, 11-18

Data:

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Egli dร  la propria vita per le pecorele conosce ed esse lo conosconosta a servizio dellโ€™unitร !

La quarta domenica di Pasqua la Chiesa ricorda la 61ยช Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni. Infatti, questa quarta domenica, รจ dedicata a Gesรน Buon Pastore. Lโ€™immagine del pastore viene da lontano. Nellโ€™antico Oriente i re solevano designare se stessi come pastori dei loro popoli. Nellโ€™Antico Testamento Mosรจ e Davide, prima di essere chiamati a diventare capi e pastori del Popolo di Dio, erano stati effettivamente pastori di greggi.

Nei travagli del periodo dellโ€™esilio, di fronte al fallimento dei pastori dโ€™Israele, cioรจ delle guide politiche e religiose, Ezechiele aveva tracciato lโ€™immagine di Dio stesso come del Pastore del suo popolo. Dice Dio tramite il profeta: ยซCome un pastore passa in rassegna il suo gregge โ€ฆ, cosรฌ io passerรฒ in rassegna le mie pecore e le radunerรฒ da tutti i luoghi dove erano disperse nei giorni nuvolosi e di caligineยป (cf Ez 34,12). Ora Gesรน annunzia che questโ€™ora รจ arrivata: Egli stesso รจ il Buon Pastore nel quale Dio stesso si prende cura della sua creatura, lโ€™uomo, raccogliendo gli esseri umani e conducendoli al vero pascolo.

In questo brano evangelico il Signore ci dice tre cose sul vero pastore: egli dร  la propria vita per le pecorele conosce ed esse lo conosconosta a servizio dellโ€™unitร .

Guardiamo ora piรน da vicino le tre affermazioni fondamentali di Gesรน sul buon pastore. La prima dice: ยซil pastore dร  la propria vita per le pecoreยป. Il mistero della Croce sta al centro del servizio di Gesรน quale pastore: รจ il grande servizio che Egli rende a tutti noi. Egli dona se stesso, e non solo in un passato lontano. Nella sacra Eucaristia ogni giorno realizza questo, dona se stesso mediante le mani dei sacerdoti, dona sรฉ a noi. Lโ€™Eucaristia deve diventare per noi una scuola di vita, nella quale impariamo a donare la nostra vita. La vita non la si dona solo nel momento della morte e non soltanto nel modo del martirio. Noi dobbiamo donarla giorno per giorno. Giorno per giorno dobbiamo imparare ad abbandonare noi stessi; dobbiamo imparare a fidarci del Signore, dobbiamo imparare a fare la volontร  di Dio, dobbiamo imparare a prendere e portare ogni giorno la nostra croce. Nel Vangelo di Matteo si legge che Gesรน dice: ยซchi vuole salvare la propria vita, la perderร ; ma chi perderร  la propria vita per causa mia, la troverร . Infatti quale vantaggio avrร  un uomo se guadagnerร  il mondo intero, ma perderร  la propria vita?ยป (cf Mt 16,25-26). Solo chi dona la propria vita, la trova!

Come seconda cosa il Signore ci dice: ยซIo conosco le mie pecore, e le mie pecore conoscono me, come il Padre conosce me e io conosco il Padreยป. In questa frase si trovano due rapporti che si intrecciano lโ€™uno con lโ€™altro: il rapporto tra Gesรน e il Padre e il rapporto tra Gesรน e gli uomini a Lui affidati. Entrambi i rapporti vanno insieme, perchรฉ gli uomini, in fin dei conti, appartengono al Padre e sono alla ricerca del Creatore, di Dio. Il Signore ci conosce e ci chiama per nome, ci chiama perchรฉ ci ama. Perรฒ, dice ancora il Vangelo, ci sono altre voci, da non seguire: quelle di estranei, ladri e briganti che vogliono il male delle pecore.

Queste diverse voci risuonano dentro di noi. Cโ€™รจ la voce di Dio, che gentilmente parla alla coscienza, e cโ€™รจ la voce tentatrice che induce al male. Come fare a riconoscere la voce del buon Pastore da quella del ladro? Come fare a distinguere lโ€™ispirazione di Dio dalla suggestione del maligno? Si puรฒ imparare a discernere queste due voci: esse infatti parlano due lingue diverse, hanno cioรจ modi opposti per bussare al nostro cuore. Come noi sappiamo distinguere una lingua dallโ€™altra, possiamo anche distinguere la voce di Dio e la voce del maligno. La voce di Dio non obbliga mai: Dio si propone, non si impone. Invece la voce cattiva seduce, assale, costringe: suscita illusioni abbaglianti, emozioni allettanti, ma passeggere. Allโ€™inizio blandisce, ci fa credere che siamo onnipotenti, ma poi ci lascia col vuoto dentro e ci accusa: โ€œTu non vali nienteโ€. La voce di Dio, invece, ci corregge, con tanta pazienza, ma sempre ci incoraggia, ci consola: sempre alimenta la speranza. La voce di Dio รจ una voce che ha un orizzonte, invece la voce del cattivo ci porta a un muro, ci porta allโ€™angolo.

Unโ€™altra differenza. La voce del nemico distoglie dal presente e vuole che ci concentriamo sui timori del futuro o sulle tristezze del passato โ€“ il nemico non vuole il presente โ€“: fa riaffiorare le amarezze, i ricordi dei torti subiti, di chi ci ha fatto del maleโ€ฆ, tanti ricordi brutti. Invece la voce di Dio parla al presente, ci anima.

Ancora: le due voci suscitano in noi domande diverse. Quella che viene da Dio sarร : โ€œChe cosa mi fa bene?โ€. Invece il tentatore insisterร  su unโ€™altra domanda: โ€œChe cosa mi va di fare?โ€. Che cosa mi va: la voce cattiva ruota sempre attorno allโ€™io, alle sue pulsioni, ai suoi bisogni, al tutto e subito. รˆ come i capricci dei bambini: tutto e adesso. La voce di Dio, invece, non promette mai la gioia a basso prezzo: ci invita ad andare oltre il nostro io per trovare il vero bene, la pace. Ricordiamoci: il male non dona mai pace, mette frenesia prima e lascia amarezza dopo. Questo รจ lo stile del male.

La voce di Dio e quella del tentatore, infine, parlano in โ€œambientiโ€ diversi: il nemico predilige lโ€™oscuritร , la falsitร , il pettegolezzo; il Signore ama la luce del sole, la veritร , la trasparenza sincera. Il nemico ci dirร : โ€œChiuditi in te stesso, tanto nessuno ti capisce e ti ascolta, non fidarti!โ€. Il bene, al contrario, invita ad aprirsi, a essere limpidi e fiduciosi in Dio e negli altri. Ebbene, prestiamo attenzione alle voci che giungono al nostro cuore e chiediamoci da dove arrivano.

Inoltre, il suo conoscere le pecore deve essere sempre anche un conoscere con il cuore. Questo perรฒ รจ realizzabile in fondo soltanto se il Signore ha aperto il nostro cuore; se il nostro conoscere non lega le persone al nostro piccolo io privato, al nostro proprio piccolo cuore, ma invece fa sentire loro il cuore di Gesรน, il cuore del Signore. Deve essere un conoscere col cuore di Gesรน e orientato verso di Lui, un conoscere che non lega lโ€™uomo a me, a noi, ma lo guida verso Gesรน rendendolo cosรฌ libero e aperto.

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Infine il Signore ci parla del servizio dellโ€™unitร  affidato al pastore: ยซHo altre pecore che non sono di questโ€™ovile; anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastoreยป. Se Ezechiele nella sua profezia sul pastore aveva di mira il ripristino dellโ€™unitร  tra le tribรน disperse dโ€™Israele (cf Ez 34,22-24), si tratta ora non solo piรน dellโ€™unificazione dellโ€™Israele disperso, ma dellโ€™unificazione di tutti i figli di Dio, dellโ€™umanitร  โ€“ della Chiesa di giudei e di pagani. La missione di Gesรน riguarda lโ€™umanitร  intera, e perciรฒ alla Chiesa รจ data una responsabilitร  per tutta lโ€™umanitร , affinchรฉ essa riconosca Dio, quel Dio che, per noi tutti, in Gesรน Cristo si รจ fatto uomo, ha sofferto, รจ morto ed รจ risorto. La Chiesa non deve mai accontentarsi della schiera di coloro che a un certo punto ha raggiunto.

La Chiesa non puรฒ ritirarsi comodamente nei limiti del proprio ambiente. รˆ incaricata della sollecitudine universale, deve preoccuparsi per tutti e di tutti. Questo grande compito in generale lo dobbiamo โ€œtradurreโ€ nelle nostre rispettive missioni. Ovviamente un sacerdote, un pastore dโ€™anime, deve innanzitutto preoccuparsi di coloro, che credono e vivono con la Chiesa, che cercano in essa la strada della vita e che da parte loro, come pietre vive, costruiscono la Chiesa e cosรฌ edificano e sostengono insieme anche il sacerdote.

Tuttavia, dobbiamo anche sempre di nuovo โ€“ come dice il Signore โ€“ uscire ยซper le strade e lungo le siepiยป (cf Lc 14,23) per portare lโ€™invito di Dio al suo banchetto anche a quegli uomini che finora non ne hanno ancora sentito niente, o non ne sono stati toccati interiormente. Questo servizio universale, servizio per lโ€™unitร , ha tante forme. Ne fa parte sempre anche lโ€™impegno per lโ€™unitร  interiore della Chiesa, perchรฉ essa, oltre tutte le diversitร  e i limiti, sia un segno della presenza di Dio nel mondo che solo puรฒ creare una tale unitร .

La Chiesa antica ha trovato nella scultura del suo tempo la figura del pastore che porta una pecora sulle sue spalle. Per i cristiani questa figura diventava con tutta naturalezza lโ€™immagine di Colui che si รจ incamminato per cercare la pecora smarrita: lโ€™umanitร ; lโ€™immagine di Colui che ci segue fin nei nostri deserti e nelle nostre confusioni; lโ€™immagine di Colui che ha preso sulle sue spalle la pecora smarrita, che รจ lโ€™umanitร , e la porta a casa. รˆ divenuta lโ€™immagine del vero Pastore Gesรน Cristo. E a Cristo noi ci affidiamo e a Lui chiediamo, per intercessione di Maria santissima, la grazia di riconoscere e seguire la voce del buon Pastore, che ci fa uscire dai recinti dellโ€™egoismo e ci conduce ai pascoli della vera libertร . Amen!

Fonte

Don Lucio Dโ€™Abbraccio

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