Il silenzio del Venerdรฌ Santo!
Oggi, il silenzio avvolge le nostre anime. Un silenzio denso, carico di significato, un silenzio che parla piรน di mille parole. ร il silenzio del Venerdรฌ Santo, il giorno in cui contempliamo il mistero piรน grande della nostra fede: la passione e la morte di nostro Signore Gesรน Cristo. Le campane tacciono, gli altari sono spogli, non viene celebrata lโEucaristia, i nostri cuori sono colmi di una profonda tristezza.
Le letture che abbiamo ascoltato, in questo giorno di dolore, ci guidano in questa contemplazione. La voce del profeta Isaia ci ha presentato la figura del Servo sofferente. Un uomo disprezzato e reietto, un uomo dei dolori che porta su di sรฉ il peso delle nostre infermitร e dei nostri peccati. In Lui, sfigurato al di lร di ogni umana sembianza, riconosciamo Gesรน. Le sue piaghe ci hanno guariti, la sua sofferenza ci ha redenti. Questa antica profezia trova il suo compimento agghiacciante e glorioso sul Calvario.
La Lettera agli Ebrei ci rivela la profonditร del sacerdozio di Cristo. Egli non รจ un sommo sacerdote lontano dalla nostra condizione umana; al contrario, ha provato la sofferenza, la tentazione, la debolezza. Ha offerto preghiere e suppliche con forti grida e lacrime, imparando lโobbedienza attraverso ciรฒ che ha patito. Per questo, egli รจ capace di comprendere le nostre fragilitร e di intercedere per noi presso il Padre. La croce non รจ la sconfitta, ma il trono dal quale il nostro Sommo Sacerdote intercede per lโumanitร .
E infine abbiamo ascoltato la Passione di Nostro Signore Gesรน Cristo secondo Giovanni. Abbiamo ricordato lโagonia di Gesรน nel Getsemani, il tradimento di Giuda, lโarresto, lโumiliazione, la flagellazione, la corona di spine. Abbiamo rivissuto il cammino doloroso verso il Calvario, il peso della croce sulle sue spalle, lโincontro con sua Madre, le parole di conforto alle donne di Gerusalemme.
E poi, il momento culminante, il momento che ha cambiato per sempre la storia dellโumanitร : Gesรน, il Figlio di Dio, inchiodato sulla croce. Un supplizio crudele, riservato ai peggiori criminali. Eppure, in quel corpo martoriato, in quel sangue versato, non cโรจ colpa, non cโรจ peccato. Cโรจ solo amore infinito, un amore che si dona completamente per la salvezza del mondo.
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Abbiamo ascoltato le ultime parole del Signore: ยซPadre, perdona loro perchรฉ non sanno quello che fannoยป. Un grido di misericordia che squarcia le tenebre del peccato e ci offre la possibilitร del perdono. E poi: ยซDio mio, Dio mio, perchรฉ mi hai abbandonato?ยป. Un grido di angoscia che esprime la sofferenza di sentirsi lontano dal Padre, ma che rivela anche la sua piena umanitร , la sua condivisione della nostra fragilitร . E infine: ยซTutto รจ compiuto!ยป. Un grido di vittoria, perchรฉ attraverso la sua morte, Gesรน ha sconfitto il peccato e la morte, aprendo per noi le porte della vita eterna.
Il silenzio del Venerdรฌ Santo non รจ un silenzio di disperazione, ma un silenzio di contemplazione. Ci invita a fermarci, a riflettere sul prezzo immenso pagato per la nostra redenzione. Ci chiede di guardare alla croce non come a un simbolo di sconfitta, ma come al segno piรน grande dellโamore di Dio per noi.
La croce ci rivela la gravitร del peccato. Vediamo a quale prezzo รจ stata pagata la nostra redenzione. Ogni nostra infedeltร , ogni nostro rifiuto dellโamore, ha contribuito a innalzare quel legno. Ma la croce ci rivela anche e soprattutto lโinfinitร della misericordia divina. Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito (cf Gv 3,16). In quel corpo straziato, in quel cuore trafitto, riconosciamo la profonditร di un amore che non si arrende di fronte al nostro peccato, ma lo vince con il perdono.
In questo Venerdรฌ Santo, siamo invitati a fare memoria non solo della sofferenza di Cristo, ma anche della nostra chiamata a portare la nostra croce. La sequela di Cristo passa attraverso la via stretta del Vangelo, che spesso comporta rinuncia, sacrificio, incomprensione. Ma la croce non รจ mai fine a sรฉ stessa. ร il cammino che conduce alla Risurrezione, alla vita nuova.
Guardando Cristo crocifisso, impariamo lโamore vero, lโamore che si dona, lโamore che perdona, lโamore che vince il male con il bene. Impariamo la compassione verso i sofferenti, la solidarietร verso gli ultimi, il coraggio di testimoniare la veritร anche a costo della nostra vita.
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In ginocchio dinanzi alla croce, affidiamo a Lui le nostre fatiche, le nostre paure, i nostri peccati. Presentiamo a Lui le sofferenze dellโumanitร , le guerre, le ingiustizie, le malattie. Nella sua passione, Egli ha preso su di sรฉ tutto il dolore del mondo.
Che questo Venerdรฌ Santo sia per ciascuno di noi un momento di profonda conversione, un ritorno allโessenziale del nostro essere cristiani. In questa giornata, siamo chiamati a rinnovare la nostra fede, a rafforzare la nostra speranza, ad accendere nel nostro cuore la fiamma della caritร . Guardando a Gesรน crocifisso, impariamo il valore del sacrificio, della sofferenza offerta per amore, della donazione di sรฉ agli altri.
In silenzio, adoriamo il legno della croce, sul quale fu appeso il Salvatore del mondo.
Questo silenzio ci prepara allโesplosione di gioia della Pasqua. Dalle tenebre della morte, la luce della risurrezione irromperร , portando con sรฉ la promessa di una vita nuova, una vita di pace e di speranza.
Oggi, inginocchiati ai piedi della croce, lasciamoci avvolgere dal silenzio del Venerdรฌ Santo. Un silenzio che ci parla di un amore cosรฌ grande da donare la vita, un amore che ci chiama alla conversione, un amore che ci promette la risurrezione. Amen!
Per gentile concessione di don Lucio, dal suo blog.
Chi รจ Don Lucio DโAbbraccio?
Don Lucio DโAbbraccio
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