Non facciamo i pavoni ma impariamo ad essere umili e a fidarci sempre di Dio!
La Liturgia della Parola di questa domenica ci presenta come modelli di fede le figure di due vedove. Ce le presenta in parallelo: una nel Primo Libro dei Re (prima lettura), lโaltra nel Vangelo di Marco che abbiamo ascoltato. Entrambe queste donne sono molto povere, e proprio in tale loro condizione dimostrano una grande fede in Dio.
La prima compare nel ciclo dei racconti sul profeta Elia. Costui, durante un tempo di carestia, riceve dal Signore lโordine di recarsi nei pressi di Sidone, dunque fuori dโIsraele, in territorio pagano. Lร incontra questa vedova e le chiede dellโacqua da bere e un poโ di pane. La donna replica che le resta solo un pugno di farina e un goccio dโolio, ma, poichรฉ il profeta insiste e le promette che, se lo ascolterร , farina e olio non mancheranno, lo esaudisce e viene ricompensata.
La seconda vedova, quella del Vangelo, viene notata da Gesรน nel tempio di Gerusalemme, precisamente presso il tesoro, dove la gente metteva le offerte. Gesรน vede che questa donna getta nel tesoro due monetine; allora chiama i discepoli e spiega che il suo obolo รจ maggiore di quello dei ricchi, perchรฉ, mentre questi danno del loro superfluo, la vedova ha offerto โ annota lโautore sacro โ ยซtutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivereยป.
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Da questi due episodi biblici, sapientemente accostati, si puรฒ ricavare un prezioso insegnamento sulla fede. Essa appare come lโatteggiamento interiore di chi fonda la propria vita su Dio, sulla sua Parola, e confida totalmente in Lui. Quella della vedova, nellโantichitร , costituiva di per sรฉ una condizione di grave bisogno.
Per questo, nella Bibbia, le vedove e gli orfani sono persone di cui Dio si prende cura in modo speciale: hanno perso lโappoggio terreno, ma Dio rimane il loro Sposo, il loro Genitore, il loro Protettore. Tuttavia la Scrittura dice che la condizione oggettiva di bisogno, in questo caso il fatto di essere vedova, non รจ sufficiente: Dio chiede sempre la nostra libera adesione di fede, che si esprime nellโamore per Lui e per il prossimo.
Nessuno รจ cosรฌ povero da non poter donare qualcosa. E infatti entrambe le nostre vedove di oggi dimostrano la loro fede compiendo un gesto di caritร : lโuna verso il profeta e lโaltra facendo lโelemosina. Cosรฌ attestano lโunitร inscindibile tra fede e caritร , come pure tra lโamore di Dio e lโamore del prossimo โ come ci ricordava il Vangelo di domenica scorsa.
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Nellโepisodio evangelico, inoltre, lโevangelista Marco pone in risalto anche la figura delloย scriba. Loย scribaย ย e laย vedovaย sono due figure contrapposte. Ma perchรฉ sono contrapposte? Lo scriba rappresenta le persone importanti, ricche, influenti; lโaltra โ la vedova โ rappresenta gli ultimi, i poveri, i deboli. In realtร , il giudizio risoluto di Gesรน nei confronti degli scribi non riguarda tutta la categoria, ma รจ riferito a quelli tra loro che ostentano la propria posizione sociale, si fregiano del titolo di ยซrabbiยป, cioรจ ยซmaestroยป, amano essere riveriti e occupare i primi posti:
ยซGuardateviย โ dice Gesรน alla folla โย dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchettiยป.
Quel che รจ peggio รจ che la loro ostentazione รจ soprattutto di natura religiosa, perchรฉ pregano โ dice Gesรน โ ยซa lungo per farsi vedereยป e si servono di Dio per accreditarsi come i difensori della sua legge. E questo atteggiamento di superioritร e di vanitร li porta al disprezzo per coloro che contano poco o si trovano in una posizione economica svantaggiosa, come il caso delle vedove.
Gesรน, perรฒ, smaschera questo meccanismo perverso: denuncia lโoppressione dei deboli fatta strumentalmente sulla base di motivazioni religiose, dicendo chiaramente che Dio sta dalla parte degli ultimi. E per imprimere bene questa lezione nella mente dei discepoli offre loro un esempio vivente: quello della vedova.
Ebbene, lโinsegnamento che oggi Gesรน ci offre ci aiuta a recuperare quello che รจ essenziale nella nostra vita e favorisce una concreta e quotidiana relazione con Dio. Le bilance del Signore sono diverse dalle nostre. Lui pesa diversamente le persone e i loro gesti: Dio non misura la quantitร ma la qualitร , scruta il cuore, guarda alla purezza delle intenzioni.ย
Il Papa San Leone Magno, di cui oggi celebriamo la memoria, cosรฌ afferma: ยซSulla bilancia della giustizia divina non si pesa la quantitร dei doni, bensรฌ il peso dei cuori. La vedova del Vangelo depositรฒ nel tesoro del tempio due spiccioli e superรฒ i doni di tutti i ricchi. Nessun gesto di bontร รจ privo di senso davanti a Dio, nessuna misericordia resta senza fruttoยป (Sermo de jejunio dec. mens., 90,3).
Questo significa che il nostro ยซdareยป a Dio nella preghiera e agli altri nella caritร dovrebbe sempre rifuggire dal ritualismo e dal formalismo, come pure dalla logica del calcolo, e deve essere espressione di gratuitร , come ha fatto Gesรน con noi: ci ha salvato gratuitamente! Ecco perchรฉ Gesรน indica quella vedova povera e generosa come modello di vita cristiana da imitare. Di lei non sappiamo il nome, conosciamo perรฒ il suo cuore; ed รจ quello che conta davanti a Dio.
Quando siamo tentati dal desiderio di apparire e di contabilizzare i nostri gesti di altruismo, quando siamo troppo interessati allo sguardo altrui e โ permettetemi la parola โ quando facciamo ยซi pavoniยป, pensiamo a questa donna. Pensare a questa povera donna vedova ci farร bene e ci aiuterร a spogliarci del superfluo e a rimanere umili perchรฉ, come dice lโapostolo Paolo nel discorso agli anziani della Chiesa di Efeso: ยซSi รจ piรน beati nel dare che nel ricevere!ยป (cf At 20,35).
La Vergine Maria รจ esempio perfetto di chi offre tutto se stesso confidando in Dio; con questa fede ella disse allโAngelo il suo ยซEccomiยป e accolse la volontร del Signore. Maria aiuti anche ciascuno di noi a rafforzare la fiducia in Dio e nella sua Parola e ci sostenga nel proposito di dare al Signore e ai fratelli non qualcosa di noi, ma noi stessi, in una offerta umile e generosa. Amen!
Per gentile concessione di don Lucio, dal suo blog.
Don Lucio D’Abbraccio
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