Signore, il nostro esistere è attesa del tuo giorno e noi viviamo dentro il sospiro profetico della tua Chiesa: Vieni, Signore Gesù! Il tuo giorno mette continuamente in discussione noi, abituati a misurarci sui nostri giorni brevi e provvisori, in cui le decisioni appaiono intercambiabili, e si possono comunque, sempre rimandare. Perciò nonostante quella sottintesa idea del tuo giorno definitivo, noi procediamo dentro il cerchio del tempo, con la nostra messe di sogni; ci compromettiamo con le nostre infondate speranze e incantevoli attese del nulla; ci lasciamo appassionare e travolgere dalle preoccupazioni e dalle ansie, soggiogare dagli affanni della vita: ubriacature e dissipazioni del cuore e della mente, che ci avvolgono nei loro lacci. E la coscienza dell’ineludibile tuo giorno si fa, spesso, remota, vuota di attesa. Per questo il tuo giorno può piombare improvviso su di noi ed abbatterci. […]
Continua a leggere il commento di don Luciano sul sito nondisolopane.it