“O Dio abbi pietà di me peccatore” questa preghiera del pubblicano dal fondo del tempio, pronunciata sottovoce battendosi il petto, viene indicata da Gesù come la forma esemplare del nostro modo di rivolgerci a Dio.
Mettersi di fronte alla maestà e alla grandezza di Dio significa, allo stesso tempo, aprire gli occhi sulla nostra debolezza e fragilità, sull’inconsistenza del nostro desiderio di bene, sulla pochezza delle nostre capacità, rispetto ai problemi enormi che attendono una soluzione.
Ecco perché una relazione autentica con il Signore richiede anzitutto la presa di coscienza dell’infinita distanza che ci separa da lui, la consapevolezza di quanto siamo lontani dall’essere fedeli al suo disegno d’amore.
Ecco perché il nostro rivolgerci a Dio ha sempre la forma di una conversione, un voltarci da un’altra parte rispetto al luogo in cui ci troviamo, un cambiare direzione nel nostro cammino per lasciare a Dio di determinare quale sarà il punto d’arrivo. […]
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