La predilezione di Gesù per i bambini non è certo invito al sentimentalismo o alla tenerezza semi-materna, tutta baci e carezze. Piuttosto appello a contemplare quel Dio che si serve ciò che è debole per confondere i forti, facendo del bambino il segno sacramentale dell’appartenenza al regno.
Il piccolo non è esaltato per le sue qualità (innocenza, ingenuità …) ma per l’assenza di qualità , per la precarietà delle forze, la totale dipendenza dagli adulti…..In una parola, per la sua povertà .
Questa condizione naturale diventa emblema della condizione di fede richiesta a noi credenti, del nostro aver bisogno di aiuto da parte di Dio e dell’essere disposti ad accettarlo.
Nella consapevolezza che non siamo ancora cresciuti, ma in cammino verso la maturità di Cristo. […]
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