don Luciano Vitton Mea – Commento al Vangelo del 24 Novembre 2021

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La croce che ha portato Gesù la porteranno necessariamente i suoi discepoli, specie nei momenti di crisi, quella crisi, compresa quella crisi finale che preluderà all’avvento del regno. Ma la croce non è qualunque cosa, una sofferenza qualsiasi. La croce è il prezzo da pagare per la fedeltà al Signore e per la coerenza al suo Vangelo. Il discepolo deve essere disposto ad affrontare anche le realtà più drammatiche, che possono toccarlo perfino negli affetti familiari. La fede cristiana non è una filosofia alla moda o una polizza assicurativa. Un cristianesimo senza croce non è cristianesimo. Tutto quello che può avvenire, tuttavia, va vissuto positivamente come occasione di testimonianza e di perseveranza. Il dire e operare concretamente da discepoli del Signore salva la vita propria e altrui. Ciò che si compie nel tempo non cade nel non senso o nell’indifferenza da parte del Signore che, al contrario non permetterà che vada perso nulla di quanto è stato vissuto nel suo nome e per amore del suo regno. Neanche un capello. […]

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