“….Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».
Il Vangelo di questa terza domenica di Quaresima ci presenta la parabola del fico che è stato piantato per raccogliere a suo tempo frutti dolci e nutrienti.
E’ questa la sua vocazione…… ma la pianta sembra avere la vocazione solo di sfruttare il terreno e di non dare nulla.
Quanta pazienza ha questo vignaiolo con questa improduttiva pianta!
Egli ha fiducia che possa dare il frutto che ancora non si vede, basta prendersi cura di lei e non condannarla subito.
Sono queste la stessa pazienza e la stessa cura che Dio ha con noi.
Dovremmo produrre frutti buoni che servono ad addolcire e nutrire la vita di altri.
Ci accorgiamo invece che dai rami delle nostre giornate a volte non pende nulla.
Eppure siamo stati piantati in questo mondo perché non restiamo improduttivi.
L’invito è quindi a corrispondere alla pazienza di Dio, donando i frutti sperati. […]
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