“……Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare….”
Due situazioni estreme, la morte della figlia di Giairo e la malattia inguaribile della donna ci manifestano il volto di Dio.
Non temono Giairo e la donna, di osare l’impossibile; la loro fede, pur debole, timorosa, imperfetta, va diritta al cuore del misericordioso.
Essa diventa per la donna il coraggio di toccare, attraverso le vesti di Gesù, la sorgente stessa della guarigione, e, per Giairo la forza di lasciarsi alle spalle il sentore della morte rispondendo alla richiesta del maestro: Non temere; soltanto abbi fede!
E con la fede mantiene in vita la figlioletta creduta ormai morta.
Abbiamo bisogno di toccare Gesù con il nostro fragile credere, di lasciarci toccare dalla sua Parola e di tenere fisso lo sguardo su di lui che dà origine alla fede e la porta a compimento. […]
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