HomeVangelo della DomenicaDon Luciano Labanca - Commento al Vangelo del 6 Aprile 2025

Don Luciano Labanca โ€“ Commento al Vangelo del 6 Aprile 2025

Domenica 6 Aprile 2025 - V DOMENICA DI QUARESIMA - ANNO C
Commento al brano del Vangelo di: Gv 8,1-11

Il giudizio che salva

Il brano della donna adultera รจ uno dei testi piรน struggenti e illuminanti dellโ€™intero Nuovo Testamento. Paradossalmente, รจ anche uno dei piรน discussi a livello esegetico: non compare nei manoscritti piรน antichi del Vangelo di Giovanni e, per molti studiosi, potrebbe essere stato originariamente una tradizione lucana, data la sua narrazione e la forte centralitร  della misericordia, oltre allโ€™attenzione alla dignitร  della persona.

Tuttavia, la tradizione canonica ha accolto questo brano nel Quarto Vangelo, riconoscendolo come parte integrante delle Scritture che la Chiesa proclama. รˆ una perla preziosa di rivelazione, dove la giustizia di Dio si svela nella forma della misericordia.

Gesรน รจ nel tempio, circondato dal popolo che lo ascolta. Gli scribi e i farisei gli presentano una donna sorpresa in adulterio, non tanto per cercare giustizia, ma per tendergli un tranello. Vogliono metterlo in contraddizione con la Legge di Mosรจ, che prevedeva la lapidazione per simili casi, e al tempo stesso screditarlo come un maestro troppo indulgente.

Ma Gesรน non si lascia coinvolgere nella loro logica. Non si oppone frontalmente alla Legge, nรฉ entra nella polemica. Piuttosto compie un gesto disarmante e misterioso: si china e scrive per terra. Un silenzio carico di significato, un momento che sospende la tensione, spostando lโ€™attenzione dal caso giudiziario alla profonditร  del cuore umano.

Il gesto richiama subito lโ€™Antico Testamento: รจ Dio che scrive la Legge con il dito sul Sinai. Ora รจ Gesรน, Dio fatto carne, a riscrivere la Legge, non abolendola ma portandola a compimento, liberandola dalle incrostazioni di durezza umana. La sua Legge รจ veritร , ma anche pienezza di grazia.

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Gesรน non giustifica il peccato, non dice che non sia grave. Ma ribalta il centro del discorso: mette al centro la persona, non lโ€™errore; invita ognuno a guardarsi dentro prima di puntare il dito contro gli altri. Non รจ un atteggiamento lassista, nรฉ unโ€™omissione, ma lo sguardo puro e forte di chi conosce il cuore dellโ€™uomo e sa che il male si combatte con la veritร  e lโ€™amore, non con la violenza.

Uno dopo lโ€™altro, gli accusatori se ne vanno, cominciando dai piรน anziani. E la scena si svuota, fino a restare in una nuditร  essenziale che santโ€™Agostino descrive con parole indimenticabili: โ€œRimasero solo due: la misera e la Misericordiaโ€. La donna, umiliata e impaurita, e Cristo, la Misericordia, lโ€™unico senza peccato, lโ€™unico autorizzato a giudicare, ma che sceglie invece di salvare: โ€œNeanchโ€™io ti condanno; vaโ€™, e dโ€™ora in poi non peccare piรนโ€ (Gv 8,11).

In queste parole si compie la sintesi perfetta della giustizia divina: non un giudizio di condanna, ma di veritร  e misericordia insieme. รˆ una giustizia restaurativa, che desidera il meglio per la persona, che crede nella possibilitร  del cambiamento, senza imporlo, ma proponendolo e ispirandolo attraverso lโ€™insostituibile libertร  dellโ€™uomo.

Anche nel peccato piรน grave, la dignitร  dellโ€™uomo rimane intatta, perchรฉ nessun peccato puรฒ cancellare lโ€™immagine di Dio impressa in lui. Ma proprio per questo, lโ€™errore non va ignorato: va riconosciuto, affrontato, superato. Gesรน non giustifica la donna, ma la libera. Non nega il male, ma spezza le sue catene. Le apre un futuro e affida alla sua libertร  la responsabilitร  di una scelta: โ€œNon peccare piรนโ€.

Il perdono, per essere reale, ha bisogno della libertร  di chi lo accoglie e lo traduce in vita nuova. In un tempo come il nostro, segnato da un lato da un certo relativismo etico che banalizza ogni errore, e dallโ€™altro da un moralismo impietoso che inchioda le persone ai propri sbagli, lo sguardo di Cristo รจ di unโ€™attualitร  bruciante.

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Oggi, infatti, troppo facilmente si giustifica tutto o si condanna tutto. Da un lato, regna un permissivismo totale; dallโ€™altro, ci sono sempre pietre mediatiche pronte a distruggere vite, reputazioni, esistenze.

Cristo ci propone una via diversa, la sua: la via della veritร  nella caritร , del realismo evangelico che non ha paura di chiamare il peccato per nome, ma che non cessa mai di guardare la persona con misericordia, perchรฉ ogni persona รจ di piรน del proprio errore.

Ogni peccatore รจ chiamato a rialzarsi. E ogni giudizio che non nasce dallโ€™amore, non รจ il giudizio di Dio. In un mondo che giudica troppo in fretta o troppo poco, la vera giustizia รจ quella che salva, che rialza, che dร  una seconda possibilitร .

Come per la donna del Vangelo, anche per ciascuno di noi, la Quaresima โ€“ e ancora di piรน il tempo del Giubileo โ€“ รจ un invito a guardarsi dentro, a lasciarsi guardare da Cristo, proprio come quella donna adultera, e a ripartire con coraggio, liberi e rinnovati.

Per gentile concessione di don Luciano Labanca, dal suo sito.