Don Luciano Labanca – Commento al Vangelo del 5 Marzo 2023

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Proseguendo il percorso della quaresima, giungiamo alla seconda tappa domenicale di questo ciclo A, con la sua forte connotazione battesimale. Dopo aver meditato sul Vangelo delle tentazioni domenica scorsa, attraverso il quale siamo stati invitati a riflettere sull’identità del Figlio di Dio e sulla nostra dignità di figli nel Figlio, per incamminarci seriamente nella sua sequela, oggi viene offerto alla nostra contemplazione l’episodio della trasfigurazione di Gesù.

Chiamati ad entrare nella battaglia spirituale di adesione quotidiana a Cristo e rinuncia al male e al peccato, in una strada veramente in salita, è come se per un momento venisse aperto per noi un sipario sulla meta pasquale, donandoci un’anticipazione della luce della Risurrezione. Nell’economia del Vangelo di Matteo, la trasfigurazione è la seconda delle tre grandi rivelazioni che Gesù fa del mistero che si nasconde sotto la sua povera umanità.

La prima di queste rivelazioni accade all’inizio del suo ministero pubblico, nel battesimo del Giordano, dove la voce del Padre proclama: “questi è il Figlio mio prediletto in cui mi sono compiaciuto” (Mt 3,17). La terza, invece, è quella che avviene sotto la croce, quando il centurione, vedendo spirare il Salvatore, annuncia: “Davvero costui era Figlio di Dio” (Mt 27,54).

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Nel mezzo del suo cammino terreno, rendendone partecipi Pietro, Giovanni e Giacomo, Gesù per un momento squarcia il velo della sua umanità per rivelare il mistero divino che c’è in Lui. Il suo volto e le sue vesti diventano raggianti e ciò avviene nel dialogo con Mosè ed Elia, la Legge e i Profeti, i pilastri delle Scritture. L’episodio della trasfigurazione, incastonato nel cuore della quaresima, tempo di faticosa conversione e di salita verso la meta pasquale, viene a regalarci un attimo di sollievo e ci ricorda sempre di nuovo che nella fatica del nostro quotidiano, fatto di ombre, di sfide e a volte anche di sconfitte, il volto di Cristo,  vero Dio e vero uomo, risplende per noi sempre di nuovo, quando attraverso le Scritture lette e meditate lo Spirito Santo ci permette di riconoscere la sua divina presenza.

È questa, come per i tre discepoli, la nostra esperienza della trasfigurazione. Questi momenti di luce, di consolazione e di gioia nella nostra vita spirituale, sono delle continue “pacche sulle spalle”, che il Signore ci regala per poter proseguire il cammino con fermezza ed entusiasmo. Come Pietro, anche noi, questi momenti di luce vorremmo bloccarli per sempre come in una cattura-schermo, per dimenticare tutto il resto.

Nello stupendo messaggio per questa quaresima 2023, proprio commentando l’episodio della trasfigurazione, il Papa invita a “non rifugiarsi in una religiosità fatta di eventi straordinari, di esperienze suggestive, per paura di affrontare la realtà con le sue fatiche quotidiane, le sue durezze e le sue contraddizioni. La luce che Gesù mostra ai discepoli è un anticipo della gloria pasquale, e verso quella bisogna andare, seguendo Lui solo” (Messaggio quaresima 2023). E Lui possiamo seguirlo in un solo modo, mentre siamo in questo mondo, vale a dire vivendo seriamente l’invito della voce del Padre: “Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo” (Mt 17,5). Mentre camminiamo sulle strade del mondo, infatti, nella provvisorietà della nostra vita terrena, è solo l’ascolto di Cristo, della sua Parola e la ricerca sincera della sua volontà, da cui scaturisce la purezza della fede, l’unica strada possibile per raggiungere la definitività della gloria, frutto maturo della sua croce e della sua risurrezione.

Facciamo nostre, dunque, e parole di Pietro, uno dei testimoni di questo evento straordinario della trasfigurazione, che nella sua Lettera ci esorta così: “Questa voce noi l’abbiamo udita discendere dal cielo mentre eravamo con lui sul santo monte.  E abbiamo anche, solidissima, la parola dei profeti, alla quale fate bene a volgere l’attenzione come a lampada che brilla in un luogo oscuro, finché non spunti il giorno e non sorga nei vostri cuori la stella del mattino” (2Pt 1,18-19).

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