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Don Luciano Labanca – Commento al Vangelo del 4 Agosto 2024

Domenica 4 Agosto 2024
Commento al brano del Vangelo di: Gv 6,24-35

Oltre gli equivoci

Con il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci la folla aveva avuto un ricco nutrimento. Dopo quell’esperienza la popolarità di Gesù aveva raggiunto l’apice, per questo tutti lo cercavano. Gesù, che si era allontanato volontariamente per evitare che lo facessero re, come ci dice la conclusione del brano di domenica scorsa, si trova ora a Cafarnao ed è lì che lo raggiungono.

Alla domanda circa il tempo del suo arrivo, Gesù svela le vere motivazioni per cui essi lo stanno cercando. La folla lo desidera non perché ha visto i segni della sua divinità, ma perché ha ricevuto buon cibo e si è saziata.

Questo equivoco è un rischio per ogni uomo: la possibilità di inquinare le vere motivazioni delle cose. Anche nel nostro rapporto con il Signore, proprio come con la folla, può accadere lo stesso: cercarlo perché abbiamo bisogno di qualcosa in cambio, piuttosto che per amore libero ed incondizionato alla sua Persona.

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La moltiplicazione del cibo materiale è solo il segno mediante il quale Gesù vuole condurre l’umanità a comprendere che c’è qualcosa di ulteriore rispetto alla materialità delle cose e al nutrimento fisico: il vero cibo che rimane per la vita eterna, ossia la sua sapienza, la sua presenza, il suo amore.

Questa eterogenesi dei fini può trovare facilmente spazio anche nella nostra vita cristiana, come nella vita stessa della Chiesa. C’è chi rifugiandosi nella spiritualità e nella vita ecclesiale fugge dalle sfide quotidiane, oppure chi vi trova uno spazio per affermare il proprio io, per acquisire fama e popolarità, o persino per fare buoni affari e guadagnare bene.

Ciascuno di noi dovrebbe chiedersi sinceramente prima di tutto: io cerco il Signore nella mia vita? E se lo cerco, quali sono le vere motivazioni che mi spingono a ciò? Nonostante la correzione di Gesù, la folla rimane ancora un po’ fuori strada. Impregnati della mentalità giudaica in cui ciò che conta principalmente sono le “opere della legge”, chiedono a Gesù quali siano le azioni da compiere “per fare le opere di Dio”.

C’è ancora un altro equivoco: quello di pensare che tutto dipenda da un puro sforzo umano, dall’impegno volontaristico, da qualcosa da fare. Ancora una volta il Maestro deve risintonizzare il cuore dei suoi ascoltatori: non c’è nulla da fare, ma si deve credere, aderire in totalità alla sua persona e al suo insegnamento.

Soltanto riconoscendo Gesù come il vero nutrimento della nostra vita, il vero Pane per il nostro cammino, potremo vincere quella fame di senso e di eternità che si annida nel nostro cuore e che va ben oltre la semplice soddisfazione dei nostri bisogni materiali. Chiediamo al Signore, oggi, di poter sentire interiormente cosa veramente desideriamo, oltre ogni surrogato materiale.

Per gentile concessione di don Luciano Labanca, dal suo sito.

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