Cristo, speranza oltre la morte
Di fronte al mistero della morte, spesso sorge l’obiezione: che ne sappiamo cosa c’è dopo? È mai tornato qualcuno a dirci qualcosa? Queste domande grossolane, di tanti del nostro popolo, forse – ahinoi! – anche tra quelli che siedono nei banchi delle nostre chiese, sono indicative di una scarsa comprensione del mistero cristiano.
Qual è il centro della nostra fede? È San Paolo ancora una volta ad illuminarci: “Se i morti non risorgono, neanche Cristo è risorto: ma se Cristo non è risorto, è vana la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati” (1Cor 15,16-17). La vita eterna come frutto, la salvezza e la conversione che raggiungono ogni uomo, la Chiesa, l’annuncio della fede, sono tutti elementi che trovano nella resurrezione di Cristo la loro pietra angolare. Se crolla questa certezza, tutto il resto non regge.
È Lui, la pietra scartata dai costruttori, mediante il rifiuto della passione e della croce, ad essere divenuta la pietra angolare della vita nuova dei redenti. La Pasqua, allora, è davvero il primo giorno, l’inizio di una nuova era, una nuova creazione! Questa storia nuova inizia quando è ancora buio, quando si è ancora annebbiati e trattenuti dall’odore di morte che ci circonda, togliendo il macigno della tristezza, che ci rendeva prigionieri di questo luogo oscuro.
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Da quando Cristo è risorto, non ci sono più luoghi oscuri, tutto è pieno della sua luce. Il movimento della pietra del sepolcro ha causato la corsa di Maria di Magdala verso Simon Pietro e l’altro discepolo, che a loro volta corrono veloci, come ciascuno può, per vedere i segni. Quel movimento di annuncio e di ricerca è alla base della fede pasquale.
Non c’è descrizione di un evento, come nel caso della passione nei Vangeli o di altri segni compiuti da Gesù nel corso della sua vita, ma la risurrezione, come il miracolo dei miracoli, è un mistero troppo grande per essere descritto con parole umane. Sono i segni ad interrogare, come la tomba vuota, i teli posati, il sudario in un luogo a parte, ad indicare la via, perché si possa raggiungere quel giudizio di fede: sì, Cristo è veramente risorto! Il mistero della fede pasquale, nel Cristo Vivente, funziona sempre così: è dinamica, se non ci si mette in cammino, non funziona.
È fatta di incontri, passa di bocca in bocca, generando la Chiesa comunione: nessuno di noi ha ricevuto questo dono come una rivelazione privata, ma questo annuncio è arrivato a noi nella comunità fatta di persone concrete, che continuano sempre di nuovo quella corsa di Maria, di Pietro e del discepolo amato, iniziata il primo giorno e che si concluderà alla fine dei tempi.
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In questo contesto dinamico e comunitario, dunque, scatta nel cuore dell’uomo quel giudizio sulla realtà che si chiama fede. Riconoscendo Cristo, vedendolo con gli occhi della fede, capaci di cercare “le cose di lassù” (Col 3,1), l’uomo può liberamente e discretamente aderire alla potenza della sua Persona, ricevendo i frutti della Pasqua.
L’augurio in questa Pasqua 2024 è che tutti noi, lasciandoci interrogare dalla realtà in cui viviamo, siamo capaci di mantenere sempre vivo il fuoco di questo annuncio dinamico, comunitario e discreto che la Chiesa rinnova: Cristo è risorto, vivente ed è l’unica vera luce di speranza per tutti!
Per gentile concessione di don Luciano Labanca, dal suo sito.