Don Luciano Labanca – Commento al Vangelo del 30 Luglio 2023

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La parola di questa domenica attraverso queste 4 brevi parabole ci invita a riflettere su quanto il regno di Dio ci inviti a fare delle scelte nella nostra vita quotidiana. Gesù ci dice anzitutto che il suo regno è come un tesoro, qualcosa di infinitamente prezioso, che deve essere costantemente cercato.

Quando tale ricerca raggiunge il suo obiettivo, bisogna tenerselo stretto, agire con prudenza e solo quando si sono fatte le scelte giuste, avendo i mezzi necessari per farlo proprio, bisogna investire tutte le proprie energie in esso. Questa scommessa di Dio rende veramente felici, perché non c’è spazio per altre cose. Anche l’immagine del mercante che cerca perla preziose va nella stessa linea: quando la ricerca si imbatte nel suo oggetto, ossia la perla più rara e bella, tutti i mezzi e le energie si concentrano li.

Il mercante – che è l’immagine di ciascuno di noi – non si preoccupa di quello a cui dovrà rinunciare per avere la perla, ma è pronto a vendere tutto pur di averla. Viviamo anche noi così la nostra amicizia con Dio? Chi lo incontra davvero ha trovato la propria perla preziosa e non gli importa cosa perde per Lui.

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Così è l’amore: quando si ama qualcuno, non ci si preoccupa di quanti altri/altre non abbiamo scelto, ma soltanto di colui o colei che è la luce dei nostri occhi. La terza parabola del brano odierno si concentra sul settore della pesca: chi getta una rete in mare raccoglie certamente pesci commestibili, ma anche non commestibili.

Lo sfondo che sta dietro questa immagine è la distinzione della Torah tra i pesci puri, ossia con pinne e squame e quelli impuri, che non hanno pinne e squame. Gesù prende questo esempio per dire che nella rete della Chiesa ci sono tutti, sia pesci buoni che pesci cattivi, così anche nel nostro cuore, guizzano virtù e vizi, pensieri santi e pensieri peccaminosi.

Alla fine dei tempi, il Signore farà la sua opera di cernita finale. Mentre camminiamo nella storia, a noi il dovere di lavorare su noi stessi perché, per quello che possiamo, mediante l’attento esame di coscienza possiamo eliminare dal nostro cuore ciò che è nocivo e velenoso, tenendoci stretto ciò che è buono e santo.

Questa azione di discernimento e di scelta è tipica di ogni buon discepolo del Regno di Dio che come lo scriba saggio sa distinguere le cose vecchie da quelle nuove. La nostra misura è sempre Cristo, colui che – come dice l’Apocalisse – fa nuove tutte le cose (cfr. Ap 21,5) e permette di lasciarci alle spalle l’uomo vecchio che è in noi, per abbracciare il nuovo, in Lui. Ben ci ricorda San Paolo: “Se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove” (2Cor 5, 17).

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