Il vero culto
La pagina del Vangelo di questa III domenica di quaresima, tratta dal capitolo II del Vangelo di Giovanni, ci narra l’episodio della purificazione del tempio da parte di Gesù, collocandolo all’inizio del suo ministero pubblico, al contrario degli altri evangelisti, che lo inseriscono immediatamente prima dei racconti della Passione.
Il IV evangelista, con lo stile che lo caratterizza, non solo narra un evento, ma ne offre anche una profonda interpretazione teologico-spirituale. La stessa collocazione di questo ha un senso: tutto il ministero pubblico di Gesù, “il Verbo fatto carne che ha posto la sua dimora in mezzo a noi” (Gv 1,14), è finalizzato a condurre l’umanità al vero culto del Padre, in spirito e verità, portando a compimento i simboli e le profezie dell’Antica Alleanza e culminando nella Nuova, basata sull’offerta della sua vita nella Pasqua.
Il tempio è certamente il luogo più importante per Israele, dove la comunità dell’Alleanza pratica il culto, mediante i sacrifici rituali, secondo la legge di Mosè. Gesù riscontra in esso la contaminazione con elementi di interesse economico, più che spirituale e con l’autorevolezza che possiede, ne realizza la purificazione. Questo gesto profetico, tuttavia, non è soltanto di ordine morale, quanto teologico. L’autorevolezza con cui Egli agisce, infatti, non deriva solo dalla sua integrità morale, ma dal disegno del Padre.
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Gesù può rinnovare il culto dal Tempio di pietre al Tempio vero, perché sta per dare la vita per l’umanità: “distruggerete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere” (Gv 2,19). Sarà il dono di sé sulla croce, “questa via nuova e vivente che egli ha inaugurato per noi attraverso il velo, cioè la sua carne” (Eb 10,20), a permetterci di passare dal vecchio culto al nuovo culto.
La comprensione di questo segno, unico e definitivo, ossia della Passione, morte e resurrezione, sarà la vera distinzione tra i discepoli, che se ne ricordano e credono e coloro che non sono aperti alla grazia e alla verità di Gesù, i cui cuori Lui conosce.
Anche noi, dunque, siamo chiamati sempre di nuovo a passare con Gesù attraverso la porta della fede, per entrare in contatto con il mistero della sua Pasqua: questa ci fa passare da un culto formale ed esteriore, che in realtà non cambia il cuore, ad un culto vero, in cui adorare il Padre in spirito e verità.
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La pagina della purificazione del tempio, infine, anche per noi che siamo “figli della nuova Alleanza” attraverso il Battesimo, è motivo di profonda riflessione sul nostro modo di vivere il rapporto con Dio, soprattutto nella sua dimensione religiosa e cultuale: ci sono in noi contaminazioni con interessi umani, politici ed economici? Nessuno, anche tra i discepoli di Cristo, è esente da queste tentazioni! Vigiliamo!
Per gentile concessione di don Luciano Labanca, dal suo sito.