Natale 2023: luce, grazia e santità
Mistero di luce, mistero di grazia, mistero di santità. Il Natale è tutto questo, un evento che se letto in una prospettiva solamente umana non ha nulla di particolare, perché è solo il ricordo di una nascita, come ne avvengono tante nel mondo, in ogni latitudine e tempo.
Per quanto ricco di speranza e di novità sia l’evento della nascita di un bambino, esso porta anche con sé la certezza che la vita di quel piccolo essere indifeso un giorno sarà toccata dall’esperienza della sofferenza, della delusione e del peccato, per giungere a quella estrema della morte.
La nascita di Cristo, nell’ordinarietà di un evento di nascita, contiene un mistero più grande: Dio ha deciso di venire in mezzo a noi ad immergersi nel fango di questa misera condizione umana, per elevarla ed aprire una strada nuova e luminosa. Commentando l’evento del Natale, Sant’Agostino così si esprime: “Avendo un Figlio unigenito, Dio l’ha fatto figlio dell’uomo, e così viceversa ha reso il figlio dell’uomo figlio di Dio. Cerca il merito, la causa, la giustizia di questo, e vedi se trovi mai altro che grazia” (Discorso 185).
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Questa irruzione di Dio nella storia, che arreca luce alle menti, calore ai cuori, è solo frutto di grazia, ossia di iniziativa gratuita da parte di Dio, senza alcun merito da parte nostra. Egli non vuole abbandonarci alla tristezza della nostra condizione mortale, di figli di Adamo, ma desidera che torniamo al suo disegno originale, quello di essere per l’eternità, guariti dall’amore che perdona.
Per cogliere la portata di un evento così semplice, ma nello stesso tempo così trasformante per la nostra vita e per la storia, abbiamo bisogno dello stupore tipico dei fanciulli, di chi si spoglia dell’orgoglio, della supponenza e delle distrazioni umane, lasciandosi stupire con umiltà dall’absurdum di un Dio totalmente altro, che abita i cieli, ha creato il mondo, lo governa e lo sostiene, eppure si fa piccolo quanto un bambino.
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