Quale regalitร ?
Lโultima settimana dellโAnno liturgico della Chiesa si apre con la solennitร di Nostro Signore Gesรน Cristo Re dellโUniverso, Signore del tempo e della storia. Lui, il Figlio di Dio fatto uomo, dopo aver percorso le vie di questo mondo nellโumiltร della condizione umana, โfacendosi obbediente fino alla morte e a una morte di Croceโ (Fil 2, 8), รจ stato esaltato fino a raggiungere la posizione suprema. Il Padre, ci ricorda ancora San Paolo, โlo esaltรฒ e gli donรฒ il nome che รจ al di sopra di ogni nome, perchรฉ nel nome di Gesรน ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terraโ (Fil 2, 10).
La regalitร di Cristo, come รจ evidente dalla Scrittura, non ha nulla a che vedere con le dinamiche del potere umano, delle ricchezze e della potenza militare. Essa รจ il frutto del suo passaggio attraverso la porta stretta della passione e della croce, per entrare nella gloria senza tramonto della resurrezione. La sua incoronazione รจ alquanto unica: il suo trono รจ la croce, la sua corona รจ fatta di spine, i membri della sua corte sono i ladroni crocifissi con lui, il suo manto รจ la carne flagellata dai colpi, il suo popolo รจ indifferente.
Non รจ un caso che la liturgia di questa domenica scelga proprio un passo dei racconti della Passione, nella versione dellโevangelista Giovanni, per aiutarci a meditare il mistero della regalitร di Cristo. Le parole di Gesรน rivolte a Pilato circa la natura del suo Regno non hanno bisogno di innecessarie spiegazioni: la sua sovranitร non appartiene a questo mondo, ma paradossalmente puรฒ persino finire sotto il giudizio umano, come il seme, che solo se cade nella terra e muore, manifesta la sua potenza che dร frutto, finendo per sconvolgere gli stessi regni umani.
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Nel regno di Cristo non cโรจ spazio per le lotte, le cordate e le battaglie di potere: Egli รจ un re mite, che vince perdendo umanamente. Cristo รจ un re che non si sottopone alle trame del compromesso, della menzogna, della politica o della ragion di stato, ma risponde alla sola veritร .
Per essere โsudditiโ o cittadini del regno di Cristo non bisogna appartenere ad uno specifico popolo, parlare una lingua particolare o vivere in un territorio su cui Egli esercita la sua giurisdizione, ma soltanto scegliere di essere dalla parte della veritร , ossia di chi sceglie la semplicitร dellโamore di Dio e la trasparenza del Vangelo, ascoltando la sua voce.
Come battezzati, tutti noi siamo resi partecipi della sua stessa dignitร regale, diventiamo membra del popolo regale della Chiesa. Chiediamoci con onestร , al termine di questo anno liturgico: nella Chiesa e nel mondo, da quali criteri mi lascio guidare nelle mie decisioni, azioni e relazioni? Posso rivedere in me le stesse dinamiche della regalitร di Cristo, oppure riscontro tracce di inquinamento della mentalitร mondana nel modo in cui vivo la mia vita ed esercito la mia responsabilitร nei confronti degli altri?
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Per gentile concessione di don Luciano Labanca, dal suo sito.