Don Luciano Labanca – Commento al Vangelo del 21 Novembre 2021

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Il regno della verità

La XXXIV domenica del Tempo Ordinario è dedicata alla celebrazione di Cristo Re dell’universo, Signore del tempo e della storia, Colui che verrà glorioso alla fine dei tempi per giudicare i vivi e i morti. Il mistero della regalità di Cristo, che viene presentato oggi alla nostra contemplazione, assume un’attualità tutta particolare in ogni epoca. La nostra concezione di regalità e di regno, infatti, contaminata dall’esperienza che la storia e l’attualità ci presentano, ci fa sempre pensare ad un potere dominativo, di sottomissione e ricchezza esercitato dal sovrano nei confronti dei sudditi.

Certamente Gesù, Figlio di Dio, vero Dio e vero uomo, è lui stesso Signore di tutte le cose, perché per mezzo di Lui tutto è stato creato e sussiste nell’essere. Il suo modo di regnare, però, al contrario delle esperienze umane è totalmente differente, perché non è di questo mondo. Non risponde alle logiche del potere umano, del compromesso, degli equilibri politici, della forza militare ed economica, ma a quella del servizio e del dono senza riserve.

Non è un caso che Gesù confermi la sua identità regale davanti a Pilato, un’autorità dotata di potere umano ed esattamente poche ore prima di salire sul vero trono, la croce che si erge sovrana sul Golgota. Apparentemente sconfitto ed impotente, Gesù regna glorioso e trionfante sul legno infame della condanna.

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Gesù non ha servi e luogotenenti pronti a difenderlo, come i re di questo mondo, ma si consegna liberamente e spontaneamente. È un re che non si tira indietro dal pagare in prima persona per il bene e la salvezza del suo popolo, l’umanità intera redenta dal suo sangue. Riprendendo l’espressione biblica che più di tutte dice l’identità del Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe, rivelata a Mosè presso il roveto ardente (cf. Es 3), appressandosi al nuovo roveto ardente della croce, Gesù annuncia: io sono re! Il suo regno si fonda sulla verità, per la quale Egli è venuto a rendere testimonianza, fino al dono totale di sè.

I poteri umani pur di autoconservarsi sono pronti a diventare schiavi della menzogna e della mistificazione, Cristo-Re invece viene per servire la verità, identificandosi con essa: io sono la via, la verità e la vita (cf. Gv 14,6). Se seguiamo Cristo, come suoi veri discepoli, dobbiamo chiederci con onestà: a quale regno sono disposto ad appartenente ed obbedire, quello di Cristo o quello di questo mondo? Il regno di Cristo è servizio umile e obbediente alla verità su Dio e sui fratelli.

Il regno del mondo, al contrario, si fonda sul dominio, la centralità di sè stessi e le idolatrie del potere, della ricchezza e del piacere, fino ad arrivare a mistificare e manipolare la realtà per difendersi e conservarsi, a scapito di Dio e degli altri. Quale strada scegliamo?


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