HomeVangelo della DomenicaDon Luciano Labanca - Commento al Vangelo del 21 Gennaio 2024

Don Luciano Labanca – Commento al Vangelo del 21 Gennaio 2024

Commento al brano del Vangelo di: Mc 1, 14-20

Una parola che trasforma

Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino” (Sal 118,105), ci ricorda il Salmista. In questa domenica, la III del Tempo Ordinario, siamo invitati a meditare sul valore e l’importanza della Parola di Dio nella vita della Chiesa e nella nostra vita personale.

Il brano evangelico che viene proposto alla nostra contemplazione, tratto dai primi versi del Vangelo di Marco, ci propone gli inizi del ministero di Gesù, la Parola fatta carne, venuta nel mondo per annunciare la buona novella di Dio. Nella sua infinita misericordia, il Padre ha inviato suo Figlio nel mondo, per riaprire il dialogo con l’umanità, per parlare “agli uomini come ad amici” (Dei Verbum, 2).

Questa decisione di Dio, con la presenza della sua Parola Vivente, Cristo, in mezzo a noi, che in parole ed opere ci svela i misteri del Regno, rappresenta il compimento del tempo. È il punto in cui Dio e l’uomo si incontrano, Dio rompe il silenzio di secoli e non dice qualcosa di sé, ma si rivela in pienezza perché l’umanità partecipi della sua stessa vita divina.

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La persona di Gesù e la sua predicazione rendono prossimo il Regno di Dio, ossia la sua signoria sul mondo, sull’uomo e sulla storia. La sua presenza e l’incontro con la sua persona hanno  una forza trasformante, presentata dai due imperativi che il Maestro rivolge a tutti noi: convertitevi e credete al Vangelo.

Chi incontra Cristo non può continuare a pensare e vivere come prima, ma gli viene richiesta la metanoia, che solitamente si traduce con conversione, per indicare un cambiamento profondo di mentalità, di criteri di valutazione e di priorità.

Questo evidentemente implica anche un cambio di comportamenti: prima si pensava, giudicava e agiva senza di Lui, ora c’è Lui e la vita cambia! Questa trasformazione profonda di vita si fonda sulla nuova realtà della fede: credere in Lui, aderire alla sua Persona e al suo insegnamento, quindi costruire una relazione vitale con Lui.

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La potenza della Parola, poi, è capace di coinvolgere altri in quest’opera di annuncio e di salvezza. Essa interpella la libertà di uomini semplici e genuini, impegnati a vivere pienamente la loro realtà, al coinvolgimento in questa opera. La Parola del Regno non ammette ritardi, come la chiamata a fare il bene: non si può mai rimandare l’amore.

La prontezza nella risposta dei primi discepoli conferma ancora una volta la potenza trasformante della presenza e della Parola di Cristo, che chiama e crea in modo discreto ed efficace.

Per gentile concessione di don Luciano Labanca, dal suo sito.

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