La corsa di un nuovo inizio
โDue corrono, ma uno arriva prima: lโamore corre piรน veloce della fede. Tuttavia, entrambi giungono al sepolcro e vi entrano: lโamore prepara la via alla fede, ma รจ la fede che vede e credeโ (SantโAgostino, Commento al Vangelo di Giovanni, omelia 120).
Il mattino di Pasqua si apre con una corsa. Maria di Mร gdala si reca al sepolcro ancora avvolta nel buio della notte e, trovandolo vuoto, corre a dirlo a Pietro e al discepolo amato. Anche loro corrono, come se il cuore accelerasse di fronte a ciรฒ che รจ inspiegabile.
Tuttavia, giunti lรฌ, non li attende unโapparizione gloriosa o segni straordinari, bensรฌ un vuoto, dei teli posati, un sudario piegato: segni silenziosi, ma carichi di mistero, che possono aprire ad orizzonti ulteriori.
Quante volte, nel nostro cammino spirituale, ci siamo trovati davanti a un โsepolcro vuotoโ? Quante volte abbiamo cercato Cristo nei luoghi della morte, nel passato, nel ricordo, senza accorgerci che Egli รจ vivo, รจ risorto, ed รจ giร oltre?
Il Vangelo di questa mattina di Pasqua non racconta ancora lโincontro con il Risorto, ma la prima reazione della fede: Giovanni โvide e credetteโ. Non vide Gesรน, ma vide i segni e credette nella Parola.
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La tomba vuota non รจ la prova definitiva, ma una porta verso una vita nuova. ร il luogo in cui la fede comincia a germogliare, come luce che squarcia le tenebre, come fuoco nuovo che arde nel cuore.
La Pasqua รจ sempre un nuovo inizio: โCristo risorge per noi, e come risorto Egli รจ lโunico che puรฒ portare la nostra vita in una forma nuova, che non conosce la fine, ma solo lโinizio: lโinizio di una dimensione dellโessere che ci sta davanti come lโunica meta possibileโ (Hans Urs von Balthasar, La Gloria e la Croce).
Attraverso i segni e simboli della liturgia pasquale, siamo invitati a riflettere sui nuovi inizi: la luce del cero pasquale, lโacqua benedetta, il canto dellโAlleluia, il pane spezzato.
Dopo due giorni di silenzio, รจ ritornata la celebrazione eucaristica, segno del Risorto che รจ vivo e si dona. Tutto parla della vittoria della vita sulla morte. Tutto ci dice: non cercare tra i morti colui che รจ vivo!
E allora anche noi, come il discepolo amato, siamo chiamati a โvedere e credereโ, a lasciarci raggiungere dal Risorto nei segni poveri, ma veri della liturgia e della vita, oltre che a riconoscere che la fede pasquale non nasce dalla visione, ma dalla Parola ricordata e accolta nel cuore.
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Di questa luce nuova, siamo chiamati a diventare testimoni credibili nel mondo. Cristo รจ risorto. ร veramente risorto. E noi siamo i suoi testimoni. Alleluia.
Per gentile concessione di don Luciano Labanca, dal suo sito.