giovedรฌ, Marzo 6, 2025
spot_img
HomeVangelo della DomenicaDon Luciano Labanca - Commento al Vangelo del 2 Marzo 2025

Don Luciano Labanca – Commento al Vangelo del 2 Marzo 2025

Domenica 2 Marzo 2025 - VIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO C
Commento al brano del Vangelo di: Lc 6,39-45

Nella pagina evangelica di questa domenica, tratta dallโ€™ultima parte del cosiddetto โ€œdiscorso della pianuraโ€ del 6ยฐ capitolo di Luca, Gesรน sottolinea che il centro della vita dellโ€™uomo รจ il cuore. Non da intendersi come la semplice sede dei sentimenti โ€“ come spesso si ritiene โ€“ ma il sacrario piรน intimo del suo essere, la sede delle radici della vita, la parte piรน profonda di sรฉ, dove nascono i pensieri, i desideri, i progetti. รˆ lรฌ che si decide per il bene o per il male, si vive il rapporto con Dio ed รจ lรฌ, quindi, che tutto ha inizio.

Nessuno puรฒ conoscere il cuore, se non Dio solo, come dice anche il Salmo 139: โ€œSignore, tu mi scruti e mi conosci, tu conosci quando mi siedo e quando mi alzo, intendi da lontano i miei pensieri, osservi il mio cammino e il mio riposo, ti sono note tutte le mie vie. La mia parola non รจ ancora sulla lingua ed ecco, Signore, giร  la conosci tuttaโ€ (vv. 1-4).

Questo primato del cuore รจ un aspetto fondamentale dellโ€™insegnamento di Gesรน, che lo ha spesso posto in contrasto con scribi e farisei, coloro che si soffermavano sulle forme, lโ€™osservanza puramente esteriore della legge, senza badare alle radici dellโ€™agire e del pensare umano. Verso questi Gesรน usa parole forti, chiamandoli addirittura โ€œsepolcri imbiancatiโ€, eleganti e puliti allโ€™esterno, ma allโ€™interno pieni di morte e putridume.

- Pubblicitร  -

Questo movimento di interiorizzazione, giร  presente in Geremia ed Ezechiele, primi annunciatori di unโ€™alleanza nuova, non piรน scritta su tavole di pietra, ma dentro i cuori degli uomini, trova nella parola di Gesรน e nel suo mistero pasquale il pieno compimento. Il cristianesimo, dunque, non รจ una religione delle forme esteriori, di pura osservanza legale e rituale โ€“ come molti sono ancora portati a pensare โ€“ ma รจ prima di tutto un cammino di guarigione e conversione del cuore, ossia delle motivazioni piรน profonde del nostro dire ed agire, ad opera della grazia che Cristo ci dona in virtรน della sua Pasqua.

รˆ questo il senso del parlare di Gesรน, quando si riferisce al frutto, come prova della bontร  dellโ€™albero. Se lโ€™albero del nostro cuore รจ sano, umile, orientato a Dio, i frutti della nostra vita, ossia le nostre parole, i nostri gesti, i nostri atteggiamenti, saranno buoni ed edificanti; al contrario, quando questo albero รจ malato, non ci si puรฒ aspettare alcun frutto buono e commestibile, ma soltanto amarezza e qualche volta persino veleno.

Con molta sinceritร  chiediamoci: quali frutti genera la mia vita? Cosa diffondo attorno a me? Dolcezza, edificazione, consolazione, oppure amarezza, divisione, negativitร  e veleni di morte? Dopo aver estirpato con la grazia di Dio in una lotta costante le radici piรน grosse del peccato in noi, lavorare sulla guarigione del cuore ci porta anche al passo successivo, quello di affinare la capacitร  di discernimento e di giudizio sulle situazioni, permettendo di aiutare anche i nostri fratelli e sorelle a trovare la strada giusta.

In questa linea si colloca lโ€™insegnamento del Maestro circa la cecitร  o la chiarezza di visione che ciascuno di noi ha nel proprio sguardo spirituale. Se non guardiamo seriamente e in prima istanza dentro di noi, con uno sguardo umile, onesto e veritiero, rischiamo addirittura di scusare grossi atteggiamenti sbagliati della nostra vita, che come travi ingombranti impediscono la chiarezza del nostro sguardo, presumendo di voler intervenire nel correggere la vita degli altri sin nelle piรน piccole imperfezioni.

In continuitร  col messaggio di domenica scorsa, dunque, dove venivamo invitati ad essere misericordiosi, come รจ misericordioso il Padre celeste, cosรฌ anche oggi Gesรน ci invita ad essere sempre concentrati su di Lui in quellโ€™atteggiamento umile, che permette di mantenere il cuore nella โ€œsanta inquietudineโ€, di chi si sente sempre peccatore, in cammino, bisognoso di conversione e mai allโ€™altezza del suo modello, libero dalla presunzione di essere superiore al Maestro, ma aspirando con serietร  e impegno a riprodurre nella propria esistenza i tratti del suo volto e del suo cuore.

Per gentile concessione di don Luciano Labanca, dal suo sito.