Don Luciano Labanca โ€“ Commento al Vangelo del 19 Marzo 2023

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La quarta domenica di quaresima, detta anche โ€œLaetareโ€, รจ caratterizzata da un clima spirituale piรน gioioso, perchรฉ nel cammino dei quaranta giorni, si inizia ad intravedere la meta pasquale piรน prossima. Dalla stupenda pagina evangelica proposta alla nostra contemplazione, tratta dal capitolo 9 del Vangelo di San Giovanni, risplende trionfante il volto di Gesรน, che presenta se stesso come โ€œluce del mondoโ€.

Il Verbo incarnato, vero Dio e vero uomo, reca nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Attraverso il segno della guarigione di questโ€™uomo cieco dalla nascita, il Maestro si rivela come segno di contraddizione, illuminando coloro che lo riconoscono e confondendo coloro che lo rifiutano. In giorno di sabato, Gesรน rivela le meravigliose opere di Dio in un uomo mendicante, ben noto per essere non vedente dalla nascita. Incontrandolo, Gesรน con la sua mano ri-creatrice, impastata della saliva della sua Parola e della terra della creazione, lo guarisce dalla sua cecitร  e lo invia alla piscina dellโ€™Inviato (Siloe), perchรฉ vi si immerga.

Si tratta, evidentemente, di un chiaro richiamo battesimale: attraverso lโ€™opera ricreatrice della grazia, lโ€™uomo viene immerso nella morte e nella risurrezione di Cristo, lโ€™Inviato del Padre, e riceve lโ€™illuminazione della fede. In questo segno lโ€™uomo guarito vede il profeta, colui che parla di Dio e parla in nome di Dio, per arrivare gradualmente al riconoscimento del suo essere Figlio di Dio, credendo in Lui e adorandolo. Accanto a Gesรน e al cieco, lโ€™evangelista Giovanni mette in scena, in questo dramma, anche altri protagonisti, con un ruolo, che si potrebbe definire โ€œcollateraleโ€. Si tratta anzitutto dei suoi discepoli, che sfidati dalla realtร  dellโ€™uomo cieco, piรน che riconoscerne la sofferenza, propongono di disquisire sulle cause: chi ne รจ colpevole?

Lui stesso o i suoi genitori? Anche noi, a volte, ragioniamo cosรฌ: invece di soffermarci sulle sfide che la realtร  e le persone ci offrono, perdiamo tempo ad interrogarci sulle cause, sui perchรฉ, finendo per trascurare i fatti e perdendo occasioni preziose di crescita e di servizio. Gesรน, invece, ci aiuta ad avere uno sguardo diverso: piรน che soffermarsi sulla tentazione di incolpare necessariamente qualcuno, il Maestro propone di accettare la sfida e di riconoscervi la chiamata ad un oltre, quello di rendere gloria a Dio.

Magari imparassimo a leggere anche noi cosรฌ le nostre difficoltร  e sfide quotidiane! Accanto ai discepoli, Giovanni mette in scena le figure sinistre dei Giudei, che cercano pretesti contro Gesรน e sono i veri ciechi, perchรฉ presumono di vedere tutto e bene, ma in realtร  giungono al paradosso di rifiutare la luce di Dio, credendo in questo modo di onorare Dio stesso. Che il Signore ci liberi da questa rigida ottusitร .

Infine, si puรฒ vedere lโ€™atteggiamento neutralmente pauroso dei genitori del cieco: essi, terrorizzati dalle ritorsioni dei Giudei, preferiscono lโ€™ignavia di chi non prende posizione e vuole sempre cadere allโ€™impiedi, per difendere la propria posizione. Anche noi, di fronte allโ€™opera di Dio potremmo incorrere nello stesso atteggiamento, quando cedendo alle pressioni della cultura maggioritaria, piuttosto che essere testimoni coraggiosi in questo mondo, scegliamo di non uscire dalla nostra confort zone del politicamente e socialmente corretto, optando per una tiepida viltร .

Quando scegliamo questa posizione โ€œsenza infamia e senza lodoโ€ (Dante, Inferno, III, 36), dovremmo ricordare di quanto il veggente scrive allโ€™angelo della Chiesa di Laodicea nel libro dellโ€™Apocalisse: โ€œConosco le tue opere: tu non sei nรฉ freddo nรฉ caldo. Magari tu fossi freddo o caldo! Ma poichรฉ sei tiepido, non sei cioรจ nรฉ freddo nรฉ caldo, sto per vomitarti dalla mia boccaโ€ (Ap 3,15-16).

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