Don Luciano Labanca – Commento al Vangelo del 18 Aprile 2021

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La โ€œcarnalitร โ€ di una vera fede

La Resurrezione di Gesรน, centro della fede e della testimonianza cristiana, รจ lโ€™evento luminoso che la Chiesa celebra ininterrottamente da 2000 anni ogni volta che professa pubblicamente tale veritร  e ogni volta che amministra i sacramenti, in modo speciale quando offre lโ€™Eucaristia, memoriale della vera Pasqua. Questo dinamismo inarrestabile ha preso avvio grazie allโ€™incontro del Risorto con gli Apostoli e in maniera misteriosa ed evidente ha continuato a crescere e diffondersi nella storia dellโ€™umanitร , fino a giungere a noi, cristiani del XXI secolo. Il brano di questa domenica, raccontandoci il seguito del celebre incontro di Gesรน viandante con i discepoli di Emmaus, ci invita a contemplare gli inizi del contagio della gioia pasquale.

Chi incontra veramente il Risorto, non puรฒ trattenere questa gioia per se, ma deve necessariamente condividerla. Parlare di Lui, testimoniarlo con la vita, lo rende sempre nuovamente presente ad ogni uomo, in ogni tempo e in ogni luogo. Non sempre perรฒ, questo dinamismo รจ semplice. Gesรน stesso, dalle parole che rivolge ai suoi discepoli, conosce bene la fatica e le difficoltร  che essi e quelli che verranno dopo di loro possono avere nel riconoscerlo. Vedere e credere che un morto รจ vivo e un crocifisso รจ risorto, si presenta sempre come una grande sfida per la regione umana. Tuttavia quando la ragione riesce a superare le sue titubanze, lasciandosi avvolgere dal mistero, il Mistero stesso la illumina e la eleva al piano della fede: โ€œsono proprio io!โ€.

Un dettaglio di questa narrazione merita di essere sottolineato: per la gioia e lo stupore iniziale, i discepoli non riescono ancora a credere. Sembra di potervisi leggere un messaggio per noi: i facili entusiasmi, le emozioni forti e la paura, che spesso sono associati alle nostre esperienze religiose, possono essere dannosi per la vera fede, ponendosi addirittura come ostacoli ad essa. Spiegando la parabola del seminatore, Gesรน ha commentato la sorte del seme della Parola che cadendo sulla pietra germoglia velocemente, ma secca subito: โ€œQuelli sulla pietra sono coloro che, quando ascoltano, accolgono con gioia la parola, ma non hanno radice; credono per un certo tempo, ma nellโ€™ora della tentazione vengono menoโ€ (Lc 4,13). Questo รจ lโ€™effetto che una fede solo โ€“ o troppo โ€“ emotiva puรฒ creare in noi: un facile entusiasmo, che si rivela poi incostante perchรฉ senza radice.

Una fede pura, invece, pur non escludendo una certa carica emotiva, deve fondarsi su motivazioni ben piรน profonde, che vanno conosciute e nutrite attraverso un incontro personale con il Maestro, capace di illuminare ogni aspetto della nostra esistenza concreta, avendo una incidenza profonda sulle nostre scelte, sulle nostre azioni e sulle nostre parole. Senza questa โ€œcarnalitร โ€ della fede, si corre il rischio di trasformare il cristianesimo in un mito, che rimane estraneo dalla nostra storia, generando una profonda cesura fra quanto professiamo con la bocca e pensiamo con la mente e quanto viviamo nella vita quotidiana. Papa Francesco riferendosi a questo โ€œgnosticismo attualeโ€, lo ha indicato come uno dei peggiori ostacoli alla santitร : โ€œGrazie a Dio, lungo la storia della Chiesa รจ risultato molto chiaro che ciรฒ che misura la perfezione delle persone รจ il loro grado di caritร , non la quantitร  di dati e conoscenze che possono accumulare.

Gli โ€œgnosticiโ€ fanno confusione su questo punto e concepiscono una mente senza incarnazione, incapace di toccare la carne sofferente di Cristo negli altri, ingessata in unโ€™enciclopedia di astrazioni. Alla fine, disincarnando il mistero, preferiscono ยซun Dio senza Cristo, un Cristo senza Chiesa, una Chiesa senza popoloยปโ€ (Esortazione apostolica Gaudete et exsultate, 37). In sintesi, il Mistero si puรฒ incontrare solo attraverso le Scritture, da leggere e comprendere nella luce di Cristo Crocifisso e Risorto. A tale incontro segue la prova dei fatti della nostra fede, che si misura sempre in una caritร  costante e operosa, capace di riconoscere nei nostri fratelli la stessa carne sofferente di Gesรน. Questo รจ santitร !


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