Continuare il ministero di Gesù
La missione dei Dodici è il prolungamento del ministero di Gesù. Egli li associa a sé nella lotta contro il male, che è parte dell’affermazione della sua potenza e del suo regno. Come Gesù è una cosa sola con il Padre, così i suoi inviati (apostoloi), non possono andare da soli, come tiratori liberi, ma devono essere in due.
La comunione tra di essi è già in se stessa un segno di veridicità di questo annuncio. Si comprende immediatamente, allora, come tante volte a causa delle nostre mancanze di comunione, la potenza dell’annuncio cristiano subisca un rallentamento.
Pregare, annunciare e testimoniare insieme nella Chiesa la comunità dei discepoli di Gesù non è un’opzione possibile, ma è un elemento sostanziale. Ogni peccato di rottura di questa comunione fraterna è una ferita dolorosa e sanguinante al Corpo di Gesù, che inesorabilmente finisce per frenare l’evangelizzazione e persino allontanare i fratelli più fragili dal Signore.
- Pubblicità -
Gesù invita poi all’essenzialità, a non portare troppe cose materiali con sé, perché esse potrebbero essere un peso nel cammino. Se il cuore, che deve essere totalmente orientato a Dio e alla missione viene appesantito e distratto dalle cose terrene, si finisce allo stesso modo per ostacolare la forza dell’annuncio.
Come per le mancanze di comunione, quante volte anche la contro testimonianza nel possesso e nell’uso dei beni di questo mondo è stata ed è un freno alla freschezza dell’annuncio evangelico. Vivere la povertà evangelica, che Gesù ci insegna, vuol dire servirsi soltanto di ciò che è necessario per andare avanti (il bastone e i sandali), senza spendere energie nell’accumulare o sostituirsi alla Provvidenza di Dio, che non fa mancare nulla a chi si fida di lui.
Le cose di questo mondo, dunque, sono sempre strumenti, mai fini e l’abbondanza – con cui a volte anche i discepoli possono essere benedetti, grazie a ricchezze di famiglia, generosità altrui – è sempre per la condivisione con chi è nel bisogno.
- Pubblicità -
L’approccio apostolico, infine, non può mai essere di natura coercitiva o imperativa, ma è – come quello di Gesù – una proposta libera e positiva, che i destinatari possono accogliere o rifiutare. Quando la testimonianza della comunione, il distacco dalle cose del mondo e la libertà dall’ansia dei risultati sono vissuti in pienezza dagli annunciatori del Vangelo, proprio come per gli apostoli si vedono i frutti: la gente si converte, i demoni vengono scacciati e gli infermi guariti, non per gli sforzi umani, ma per la fiducia nella potenza di Cristo.
Per gentile concessione di don Luciano Labanca, dal suo sito.