Don Luciano Labanca – Commento al Vangelo del 13 Marzo 2022

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Attratti dalla gloria

Nel cuore della Quaresima, tempo di silenzio, di ascolto, di penitenza, siamo condotti oggi ad un mistero di luce: l’evento della trasfigurazione. Questo bagliore straordinario Gesù stesso lo spiega in un passo del Vangelo di Giovanni: “Camminate mentre avete la luce, perché le tenebre non vi sorprendano; chi cammina nelle tenebre non sa dove va. Mentre avete la luce, credete nella luce, per diventare figli della luce” (Gv 12,35-36).

Non sembra una forzatura pensare che queste parole di Giovanni possano riferirsi anche all’esperienza che Gesù gli ha permesso di vivere insieme a Pietro e Giacomo sul monte della preghiera. La vita del discepolo di ogni tempo, infatti, se non si nutre di questo desiderio di luce e di gloria, finisce per perdere entusiasmo e mordente.

Il Maestro aveva bisogno di preparare i suoi ad affrontare la dura prova del suo esodo, ossia la sua passione e morte, come percorso orientato alla gloria. Questo breve, ma intenso “antipasto” di gloria, serve ai discepoli e a tutti noi per ricordare che oltre il velo dell’umanità di Gesù, quel seme che deve morire nella terra, si prepara il frutto maturo della gloria.

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È la Parola, impersonata da Mosè (la Legge) ed Elia (i profeti) a permettere lo svelamento del grande mistero della Pasqua di Cristo. La Parola rimane nella storia, prima della manifestazione piena della gloria, come lampada per i passi della vita quotidiana della Chiesa. In essa continua costantemente lo svelamento del volto luminoso del Cristo, attraverso il quale siamo attratti dalla luce, camminando tra le persecuzioni di questa “valle di lacrime”.

Pietro, con il suo facile entusiasmo, vorrebbe arrivare subito alla meta, senza percorrere la strada. Il suo è senza dubbio un desiderio legittimo, vero, ma ancora prematuro. In lui possiamo vedere quella tendenza, che tante volte abita anche in noi, di voler avere tutto e subito. La pedagogia di Dio, però, pienamente rivelataci in Cristo, ci insegna che il frutto maturo del Regno deve prepararsi nella fede, nell’attesa e nella speranza, passando per la strada stretta del Calvario.

Come i tre fortunati discepoli di Gesù, anche noi siamo immersi sotto la fitta coltre del tempo e dello spazio, che qualche volta può farci paura. Sappiamo con certezza, però, che mentre camminiamo ancora nell’oscurità non siamo abbandonati a noi stessi, ma riceviamo sempre di nuovo l’invito a rimanere in ascolto del Figlio, l’amato del Padre.

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Ascoltandolo e seguendolo, verrà anche per noi il tempo della gloria che non conosce tramonto.


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