Povertร e fiducia
Gesรน, che nel passo di domenica scorsa aveva detto ad uno scriba onesto intellettualmente: โnon sei lontano dal Regno dei cieliโ (Mc 12,34), nella pagina evangelica di questa domenica, rivolgendosi ai suoi discepoli, assume verso gli scribi ipocriti un tono estremamente duro. I suoi devono starvi alla larga, devono guardarsene.
Questi scribi ipocriti sono eccessivi in tutto ciรฒ che fanno: le loro vesti sono lunghe, perchรฉ ostentate; i loro posti nelle sinagoghe e nei banchetti, ossia nei luoghi di preghiera e nei circoli sociali, devono essere i primi, per imporsi ed essere riconosciuti. Le povere vedove, che sono destinatarie dellโattenzione paterna di Dio, vengono divorate dalla loro cupidigia, usando lunghe preghiere come scuse per sottrarre i loro beni e trarne vantaggi di ogni natura.
Si tratta di una descrizione graffiante, che Gesรน chiosa senza mezzi termini: avranno una condanna piรน severa! Le loro azioni non sono debolezze e semplici peccati, ma vere e proprie strutture di corruzione. Nel contesto di questo insegnamento espresso nel tempio, Gesรน si siede e contempla la folla che offre le proprie donazioni nel tesoro.
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Non si ferma soltanto a guardare esternamente quello che accade, ma scende in profonditร , il suo รจ uno sguardo contemplativo, che legge i cuori. Emerge immediatamente un contrasto: tanti ricchi che gettano molte monete nel tesoro, facendo molto rumore e certamente ricevendo apprezzamento da parte dei sacerdoti incaricati della contabilitร e una vedova povera, che vi getta dentro soltanto due monetine, con un valore irrisorio, neppure sufficienti a comprare un pane, nellโindifferenza piรน totale.
Applicando il criterio finanziario, certamente lโamministrazione del tempio non poteva far affidamento sulle insignificanti entrate assicurate da persone come quella vedova, ma piuttosto doveva guardare ai grandi donatori. Cristo, invece, non sente e non vede secondo i criteri della contabilitร , ma guarda allโonestร e alla veritร dei cuori.
Egli sa che quella donna, al contrario dei grandi e rumorosi donatori, non sta dando il superfluo, ma tutto quanto ha. Il testo originale ci dice che ella vi ha gettato โtutta la sua vitaโ. Questa donna, pur avendo poco, non riserva nulla per se stessa, non teme il futuro, ma รจ pronta a dare a Dio tutto ciรฒ che ha, fidandosi totalmente della Provvidenza. A Lui non interessa se รจ poco o molto. Quello che gli interessa รจ che il dono sia totale.
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Per gentile concessione di don Luciano Labanca, dal suo sito.