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Don Luciano Labanca – Commento al Vangelo del 1 Dicembre 2024

Domenica 1 Dicembre 2024 I DOMENICA DI AVVENTO - ANNO C
Commento al brano del Vangelo di: Lc 21,25-28.34-36

Cristo, Fine di tutte le cose

Con questa celebrazione la Chiesa ci introduce nel tempo forte dellโ€™Avvento, le quattro settimane che ci separano dalla celebrazione del mistero dellโ€™Incarnazione nel Natale. Come in continuitร  con lโ€™ultima parte del tempo ordinario, che chiude lโ€™anno liturgico precedente, la liturgia della parola di oggi ci invita a contemplare il fine ultimo della nostra esistenza umana, ossia lโ€™avvento del Regno di Cristo.

Il linguaggio cosiddetto โ€œapocalitticoโ€ del capitolo 21 del Vangelo di Luca, con le sue immagini di sconvolgimenti cosmici, non deve portarci fuori strada, a ricercare conferme astronomiche o cronologiche. I segni nel sole, la luna e le stelle riguardano lโ€™opera della creazione, che ha avuto un inizio e avrร  un suo compimento in quelli che lโ€™Apocalisse chiama โ€œcieli nuovi e terra nuovaโ€. Questi termini indicano che la creazione sarร  trasfigurata e rinnovata profondamente con il ritorno glorioso di Cristo.

รˆ proprio questo aspetto il centro del messaggio: Cristo รจ il punto omega della storia, il punto di arrivo, il compimento, la meta verso cui la creazione e la storia sono orientate. Anche i sentimenti umani di paura, angoscia e incertezza non sono legati ad eventi specifici, ma sono la misura della dimensione creaturale dellโ€™umano, che fa sempre fatica a confrontarsi con il senso di finitezza delle cose e lโ€™incombente paura della morte.

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Come Cristo รจ il fine del cosmo, cosรฌ lo รจ anche dellโ€™umanitร , in vista del quale essa รจ stata creata. Il ritorno di Cristo nella potenza e nella gloria, non piรน sottoposto ai limiti del tempo, porrร  fine ad ogni sconvolgimento cosmico ed instabilitร  umana, rappresentando la liberazione finale per tutti. Questo evento certo, prossimo ad ogni epoca, le cui coordinate temporali rimangono nei meandri misteriosi del cuore del Padre, dร  senso a tutte le cose, persino alla vita liturgica della Chiesa.

La Chiesa, infatti, da sempre e fino ad allora, annuncia la morte di Cristo, proclama la sua resurrezione, nellโ€™attesa della sua venuta. Questo camminare della Chiesa in una storia orientata, nella certezza che Lui รจ il Fine, riempie i cuori di consolazione e speranza.

Lโ€™Avvento, come parabola della nostra esistenza, ci invita a non distrarci da questa certezza, ma a prepararci spiritualmente nella preghiera e nella vigilanza ai nostri incontri con Cristo: quelli quotidiani nella Parola e nellโ€™Eucaristia, nelle pieghe doloranti della storia, nel volto dei poveri, degli ammalati, degli ultimi. Inoltre, ci prepara al nostro incontro personale con Lui nellโ€™ora della nostra morte, dove ciascuno di noi dovrร  rispondere della sua vita. Infine, ci prepara allโ€™incontro definitivo, alla fine dei tempi, quando Egli tornerร  glorioso per giudicare i vivi e i morti e inaugurare il compimento del suo Regno, che non avrร  mai fine.

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Per gentile concessione di don Luciano Labanca, dal suo sito.

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