Don Luciano Condina – Commento al Vangelo del 5 Dicembre 2021

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Dio ci orienta verso una strada nuova

Lโ€™accuratissimo riferimento politico e geografico con cui Luca inizia la sua descrizione ci mostra subito che la fede cristiana รจ radicata nella storia e ha basi solide. Da questo incipit ricaviamo anche che la Parola di Dio non scende sui potenti della politica e della religione, bensรฌ su un oscuro soggetto, figlio perรฒ di un sacerdote, che fa vita eremitica nel deserto: Giovanni Battista, figura che fa da ponte tra lโ€™antico e il Nuovo Testamento. Come sempre Dio, per manifestarsi, usa i canali meno popolari ed eclatanti. Questo significa che per ascoltare la sua voce รจ necessario volgere lo sguardo altrove rispetto a cui si punta abitualmente.

Se รจ nel deserto che Dio fa udire la propria voce, รจ dunque necessario entrarvi. Esso rappresenta ariditร , tribolazione, incertezza, fame e sete, oltre che silenzio e ritiro dalle cose del mondo. Il deserto รจ la condizione necessaria da cui partire per accogliere la Parola che grida proprio lรฌ dentro: รจ il buio interiore, la zona desolata dellโ€™essere, che ognuno si porta appresso e in cui solo Dio puรฒ accedere, in quanto Signore dellโ€™uomo.

Il vangelo si annunzia ai poveri, agli afflitti, agli affamati proprio perchรฉ la loro povertร  โ€“ fisica o morale โ€“ รจ la condizione ottimale per ricevere e apprezzare ciรฒ che Dio ha da donare dando inizio a un nuovo ciclo esistenziale. Egli parla sempre al nostro appetito, al nostro fallimento, ยซsta alla porta e bussaยป (cfr Ap 3,20). Apre quella porta solo chi ha fame, perchรฉ chi non ha bisogno risponderร , senza aprire, dicendo: ยซNon compro niente, grazieยป. ยซLโ€™uomo nella prosperitร  non comprende, รจ come gli animali che perisconoยป (Sal 49,21).

รˆ importante saper stare nel deserto, perchรฉ chi non non ci riesce non sa entrare nella vita; ed essa, sistematicamente, presenterร  varie versioni. รˆ nel deserto che capiamo di che pasta siamo fatti.

ยซPreparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieriยป (Lc 3,4): i sentieri di Dio sono diritti, lineari, armoniosi; noi, invece, abbiamo la capacitร  di distorcerli, piegarli alle necessitร  dei nostri progetti, delle nostre prospettive su cosa รจ vita e cosa no. La via semplice di Dio comincia dal disfarsi di una serie di maschere e menzogne che uno racconta a se stesso. Lasciamoci dire da Lui chi siamo e per cosa siamo fatti.

ยซOgni burrone sarร  riempito, ogni monte e ogni colle sarร  abbassatoยป (Lc 3,5): il burrone indica il vuoto, il luogo in cui si sprofonda e lโ€™uomo รจ maestro nel cadere in cose basse, degenerandosi e infilandosi in vicoli ciechi, neri e infelici; i monti e i colli, invece, sono le esaltazioni, lโ€™ergersi a piรน di ciรฒ che non si รจ, credendo di uscire dalla banalitร  ed entrando invece in una ennesima solitudine.

Tocchiamo con mano i fallimenti delle nostre risorse, i nostri progetti di felicitร  puntualmente ridimensionati dalla realtร  non coincidente con le nostre aspettative. Lasciamoci direzionare da Dio su quale sia la strada, la pienezza che conduce alla gioia vera del cuore. Spegniamo dunque le nostre voci, le nostre immagini mentali di felicitร  e prepariamo una nuova tela bianca su cui Dio possa dipingere. Egli, da vero artista, ci stupirร , come ha sempre fatto. Siamo un sentiero da ristrutturare: deve cambiare la geologia del nostro cuore. Noi ci siamo dati una forma, mentre la Parola di Dio viene per riformularci, rigenerarci, ridisegnarci.

Aprirsi allโ€™Avvento รจ accogliere la novitร  della via che Dio vuole intraprendere con ognuno di noi. Lasciamolo fare, abbiamo solo da guadagnarci.


Commento di don Luciano Condina

Fonte – Arcidiocesi di Vercelli