Don Luciano Labanca – Commento al Vangelo del 29 Dicembre 2019

Ciò che non è assunto, non è neanche redento“. Questa espressione attribuita a San Gregorio Nazianzeno ci introduce nel commento al brano evangelico di questa domenica fra l’ottava di Natale, dedicata alla contemplazione dell’icona della Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe. La vita familiare di Gesù, vero Dio e vero uomo, è direttamente connessa al mistero dell’Incarnazione. Facendosi uomo, il Verbo di Dio, porta luce nuova anche alla dimensione familiare.

Questo ci aiuta a capire che – anche per quanto riguarda questi aspetti della vita umana – è Cristo il nostro modello e riferimento! L’esperienza di Giuseppe, Maria e Gesù, ci insegna che custodire l’amore, realtà affascinante e forte, ma fragile e insediata da nemici interni ed esterni, comporta fatica e sacrificio. Per ben quattro volte, nel brano che ci viene donato questa domenica, come in un ritornello, torna il verbo “alzarsi”, due volte come imperativo dell’angelo a Giuseppe e due volte come compimento di questa azione da parte del padre davidico di Gesù.

Questo ci suggerisce immediatamente che la custodia dell’amore nella vita umana e familiare non può essere qualcosa di statico e scontato, ma richiede un movimento continuo, un alzarsi e mettersi in movimento sempre di nuovo. Fare famiglia e vivere la famiglia, significa proprio, sull’esempio della Gesù, Maria e Giuseppe, abbandonare le proprie comodità e certezze e mettersi in cammino, accogliendo le sfide di ogni giorno. Essere in questa dinamica vuol dire anche compiere il proprio esodo personale: dall’io al tu e dall’io al noi. Molto spesso ciò che non funziona nella vita delle nostre famiglie è causato proprio dall’assenza di tale movimento: se ci si chiude in sè stessi, in forme egoistiche e  superficiali, non si intercettano i bisogni dell’altro e si finisce per accorgersi che le cose non vanno quando è già troppo tardi.

Uscire da sè stessi, alzarsi, comporta impegno e sacrificio, ma permette di far scaturire tutta la forza di quell’amore che si intende custodire e che richiede ogni giorno di essere reinventato. Accanto a questo movimento, poi, si inserisce un’altra azione, anch’essa ripresentata per ben quattro volte nel brano evangelico, ossia quella del “prendere con sè”. Giuseppe viene invitato dall’angelo a mettersi in movimento, uscire da sè stesso e prendere con sè Maria e il bambino. Senza questa relazione, che è dialogo, compagnia, attenzione, custodia, accompagnamento, non può esistere vita di famiglia.

Ogni difficoltà, ogni persecuzione, ogni crisi, può essere affrontata quando si può contare su una spalla cui poggiarsi e sulla quale versare le proprie lacrime. La famiglia di Nazaret ci chiama a questo “essere con”. Oggi, in cui viviamo l’illusione di essere sempre in compagnia di qualcuno, vivendo di connessioni e di interscambi social, spesso – anche nelle dinamiche familiari – può capitarci di dimenticare che la verità sta nell’essere con gli altri, nell’essere in relazione vera e profonda. Coltivare la qualità delle nostre relazioni, passando da una presenza superficiale e liquida al prendersi realmente cura dell’altro nel corpo e nello spirito, renderebbe più belle e solide le nostre relazioni familiari.

Fonte


Letture della
SANTA FAMIGLIA DI GESÙ MARIA E GIUSEPPE – ANNO A – Festa
Colore liturgico: BIANCO

Prima Lettura

Chi teme il Signore onora i genitori.

Dal libro del Siràcide
Sir 3,3-7.14-17a

Il Signore ha glorificato il padre al di sopra dei figli

e ha stabilito il diritto della madre sulla prole.

Chi onora il padre espìa i peccati e li eviterà

e la sua preghiera quotidiana sarà esaudita.

Chi onora sua madre è come chi accumula tesori.

Chi onora il padre avrà gioia dai propri figli

e sarà esaudito nel giorno della sua preghiera.

Chi glorifica il padre vivrà a lungo,

chi obbedisce al Signore darà consolazione alla madre.

Figlio, soccorri tuo padre nella vecchiaia,

non contristarlo durante la sua vita.

Sii indulgente, anche se perde il senno,

e non disprezzarlo, mentre tu sei nel pieno vigore.

L’opera buona verso il padre non sarà dimenticata,

otterrà il perdono dei peccati, rinnoverà la tua casa.

Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Sal 127

R. Beato chi teme il Signore e cammina nelle sue vie.

Beato chi teme il Signore

e cammina nelle sue vie.

Della fatica delle tue mani ti nutrirai,

sarai felice e avrai ogni bene. R.

 

La tua sposa come vite feconda

nell’intimità della tua casa;

i tuoi figli come virgulti d’ulivo

intorno alla tua mensa. R.

 

Ecco com’è benedetto

l’uomo che teme il Signore.

Ti benedica il Signore da Sion.

Possa tu vedere il bene di Gerusalemme

tutti i giorni della tua vita! R.

Seconda Lettura

Vita familiare cristiana, secondo il comandamento dell’amore.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossési
Col 3,12-21 

Fratelli, scelti da Dio, santi e amati, rivestitevi di sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità, sopportandovi a vicenda e perdonandovi gli uni gli altri, se qualcuno avesse di che lamentarsi nei riguardi di un altro.

Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi. Ma sopra tutte queste cose rivestitevi della carità, che le unisce in modo perfetto. E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo. E rendete grazie!

La parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza. Con ogni sapienza istruitevi e ammonitevi a vicenda con salmi, inni e canti ispirati, con gratitudine, cantando a Dio nei vostri cuori. E qualunque cosa facciate, in parole e in opere, tutto avvenga nel nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di lui grazie a Dio Padre.

Voi, mogli, state sottomesse ai mariti, come conviene nel Signore. Voi, mariti, amate le vostre mogli e non trattatele con durezza. Voi, figli, obbedite ai genitori in tutto; ciò è gradito al Signore. Voi, padri, non esasperate i vostri figli, perché non si scoraggino.

Parola di Dio

Vangelo

Prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto.

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 2,13-15.19-23

I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo».

Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Dall’Egitto ho chiamato mio figlio».

Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino».

Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d’Israele. Ma, quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno».

Parola del Signore

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