Non stanchiamoci mai di pregare il Signore
Questa domenica incontriamo un tema fondamentale della vita cristiana: la preghiera incessante. Da notare che il testo comincia parlando di preghiera e termina parlando di fede, sottolineando una circolaritร : per pregare bisogna credere, ma per credere bisogna pregare.
Come si fa a pregare senza stancarsi, senza annoiarsi, senza avere la voglia di tirare un poโ il fiato? Lo vediamo nella vedova: non ha nessuno che possa occuparsi di lei ed era proprio ai margini nella scala sociale; spesso le vedove diventavano mendicanti.
La donna si reca da un giudice di animo cattivo, a cui non interessa agire bene, ma รจ costretto a farlo pur di non sentire piรน la petulanza della vedova, che continua a importunarlo, senza recedere. Come mai? Perchรฉ lโaiuto รจ per lei vitale: il punto della parabola รจ tutto qui. ร una questione di vita o di morte.
Chi รจ dunque che grida giorno e notte? Chi ha capito che รจ vitale avere un rapporto con Dio. Purtroppo รจ molto comune non sentire tutta questa urgenza. Ma necessario significa che โsenza non vivoโ, ossia appartiene alle mie urgenze esistenziali. La forza della vedova รจ che ha visto chi รจ lโavversario, ha capito quale fosse la battaglia da portare avanti, ha compreso la rilevanza di lottare per la propria vita; ha capito che lasciando andare cosรฌ le cose, senza insistere, se il giudice non farร giustizia lโavversario se la mangerร .
Chi smette di pregare รจ come uno che smette di correre perchรฉ si รจ dimenticato della tigre dietro che lo insegue. Tante volte conviviamo con delle cose pericolosissime per noi. Il problema รจ che abbiamo un avversario โ in ebraico si traduce satan โ pronto a metterci in pericolo. Quando siamo angosciati da qualcosa che ci minaccia seriamente allora, normalmente, preghiamo.
La cosa strana, perรฒ, non รจ pregare quando siamo in condizioni di necessitร โ che dovrebbe essere la cosa piรน naturale da fare โ bensรฌ il problema grosso รจ credere che possiamo vivere dei momenti senza avere necessitร di pregare! ร pensare di sussistere da soli, in piedi, solo con le nostre forze. Questo รจ il grave inganno della nostra cultura che parla allโuomo della sua autosufficienza.
Lโintelligenza, i sentimenti, le energie, diventano sufficienti se il bersaglio รจ piccolo, come tirare a campare e riuscire a fare delle vacanze dignitose ogni tanto. Ma siamo chiamati a ben altro che questo, la nostra veritร รจ immensamente altro: siamo chiamati a far brillare lโimmagine di Dio che รจ impressa nel profondo di noi stessi; siamo chiamati alla grandezza, alla bellezza, allโamore, alla creativitร perchรฉ, alla fine della nostra vita, conterร se abbiamo amato veramente qualcuno, se gli abbiamo dato anche piรน di quanto dovessimo, se siamo andati oltre la giustizia.
Conterร solo se abbiamo amato.
Se questa รจ la giusta e unica chiave di lettura, noi stessi allora abbiamo unโenorme necessitร di pregare. Somigliare a Gesรน Cristo non รจ un optional, ma una questione di vita o di morte: non entrare nel sublime รจ un fallimento; non entrare nella bellezza รจ uno spreco della grandezza della propria vita.
Allora abbiamo un bisogno disperato di pregare. abbiamo bisogno, ogni mattina, di pregare seriamente, metterci davanti a Dio, perchรฉ la grandezza non la raggiungeremo mai da soli. Abbiamo bisogno, ogni sera, di riconsegnargli la nostra vita. Abbiamo bisogno in ogni istante di dialogare con Lui e di non stancarci perchรฉ รจ troppo bello ciรฒ che gli chiediamo.
Commento di don Luciano Condina
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Fonte โ Arcidiocesi di Vercelli