Don Luciano Condina – Commento al Vangelo del 16 Maggio 2021

1342

Il senso e il valore di un viaggio generalmente sono determinabili dalla grandezza della meta; così è per l’Ascensione di nostro Signore Gesù, la quale consiste nel viaggio che lo conduce alla destra del Padre. È anche il nostro viaggio, perché ogni cosa riferita a Cristo riguarda la nostra esistenza, il nostro futuro e il nostro destino, solo che lo vogliamo. La destra rappresenta la parte della forza e stare seduto alla destra del Padre significa svolgere pienamente l’esercizio della forza di Dio.  «La destra del Signore si è innalzata, la destra del Signore ha fatto meraviglie» (Sal 118,16).

«I segni che accompagneranno quelli che credono» (Mc 16,17) ricavano la loro potenza dal fatto che Gesù dimora alla destra del Padre e credere in Lui, alla sua parola conferisce una serie di potenzialità. I credenti nel suo nome infatti “scacceranno i demòni”: la parola di Dio ha il potere di allontanare dalla nostra vita l’opera di bruttezza, l’odio, la stortura, il vizio, la trasgressione disordinata e ribelle. Come un seme, se accolto nel cuore, la potenza di Dio con la sua parola può operare questo miracolo in ogni uomo.

«Parleranno lingue nuove»: significa esprimersi nella lingua dell’uomo nuovo, che parla di un amore inaudito nel mondo e che solo Dio può trasmetterci, come l’amore per i nemici.

«Prenderanno in mano i serpenti»: il serpente è l’immagine del pericolo, della tentazione, della menzogna e del caos. Chi crede è in grado di domare queste cose e non farsi soggiogare da esse nella vita. Il credente ha il possesso delle proprie azioni, sa prendere in mano la tentazione e affrontarla da vincitore.

«Berranno veleno senza danno» (Mc 16,18): il veleno è ciò che è disseminato nel mondo, nei grandi errori dell’umanità. Il credente lo trasforma da agente mortifero in sostanza pura. Cristo in croce dal veleno dell’odio ha tratto la salvezza. Bere veleno significa anche subire i numerosi attacchi malvagi senza lasciarsi intossicare; se ci pensiamo, quando ci fanno del male il veleno peggiore è quello dell’odio e della recriminazione, che ci restano dentro nell’incapacità di perdonare. Bere veleno senza danno significa essere capaci di perdonare impedendo agli altri, con i loro veleni, di decidere e influenzare la nostra salute. Il cristiano, inoltre, non si lascia influenzare dal veleno delle culture dominanti e dalla mentalità umana, sempre passeggera ed effimera, perché senza meta di eternità.

«Imporranno le mani e guariranno i malati»: il potere della guarigione è insito nella fede cristiana. Imporre le mani è l’atto paterno della consegna dell’eredità, è la benedizione attraverso la quale il padre consegna le opere al figlio. Con questo gesto si conferisce un tesoro, quello della fede, che ha il potere di salvare l’uomo guarendolo dalla povertà esistenziale che questo mondo può offrire.

Celebrare l’Ascensione è festeggiare il viaggio di intronizzazione di Gesù come nostro vero salvatore, perché solo nel suo nome la chiesa può operare e fare qualcosa. L’Ascensione simboleggia anche la superiorità del corpo nuovo sul mondo, della spiritualizzazione del corpo operata da Cristo. Il corpo non è da gettare via – come predicano alcune filosofie orientali – ma è da elevare spiritualizzandolo.

I cristiani sono coloro che hanno per meta il cielo, sanno che tutto ciò che capita è un gradino permesso da Dio per raggiungerlo. Tutto ciò che abbiamo qui non è da assolutizzare, perché è troppo poco: il nostro cuore brama molto di più.

Commento di don Luciano Condina

Fonte – Arcidiocesi di Vercelli