Don Luciano Condina – Commento al Vangelo del 16 Febbraio 2020

La giustizia di Dio è amore che perdona

Il lungo vangelo di questa domenica è tratto dal discorso della montagna. Non c’è lo spazio per poter anche solo sfiorare i numerosissimi temi presenti, dunque mi soffermo solo su uno. «Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli» (Mt 5,20). Esiste dunque una giustizia che non è sufficiente a varcare la porta stretta che dà accesso al regno dei cieli. Chi lo abita? Coloro che sanno amare e vivono di amore. Qual è allora il limite della giustizia dei farisei? È la giustizia intesa secondo il mondo, ossia il categorico rispetto della legge. «Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta» (Mt 6,33), esorterà Gesù al capitolo successivo. Dunque vi è una giustizia peculiare del regno di Dio, diversa da quella degli scribi e dei farisei, i quali sostengono quella legale, che il mondo considera un valore.

Tra la giustizia del mondo e quella del regno dei cieli c’è un abisso, poiché la seconda prevede il perdono, un atto assolutamente inappropriato per la prima, in quanto significa violare il concetto che il colpevole debba pagare. La giustizia del regno di Dio non punta a far scontare una pena, ma a “salvare” il colpevole, a riabilitarlo totalmente; e l’unica cosa in grado di fare questo è il perdono, che è amore applicato alla giustizia.

Questo ci deve far riflettere sul fatto che spesso scambiamo per valori cristiani cose che non lo sono. La giustizia – intesa secondo il mondo, ossia quella che si applica o si dovrebbe applicare e garantita nei tribunali – è ancora troppo povera per essere considerata un valore cristiano; manca, infatti, del concetto di perdono. Chi non sa perdonare non sa amare, e dunque non può entrare nella dimensione del regno dei cieli. Dovremmo ricordarci che solo il perdono può guarire alcune malattie dell’anima, perché solo l’amore guarisce il cuore dell’uomo.

La teologia della liberazione, condannata da Giovanni Paolo II, cadeva in questo errore degradando il cristianesimo a mero raggiungimento della giustizia sociale in difesa dei diritti civili. Ma il cristianesimo è molto di più: è la relazione con Cristo, che ci porta a benedire e ringraziare per ogni evento della nostra vita; questo, per il mondo, è folle, scandaloso, come ricorda san Paolo. Infatti durante la messa, nel Prefazio alla preghiera eucaristica II il sacerdote proclama: «È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, ringraziare sempre e in ogni luogo». Il cristiano benedice sempre e in ogni luogo, e lo fa benedicendo la propria storia che, per quanto dolorosa possa essere, è il luogo in cui Dio vuole incontrarci. La benedizione della propria storia apre le porte alla resurrezione, che trasforma gli eventi di morte in esperienze di vita; ad esempio, porta chi ha perso un figlio a diventare genitore di molti orfani o chi ha abortito ad aiutare altre donne a scegliere la vita.

Ma per benedire e perdonare è necessario ricevere prima il perdono, perché non si può donare ciò che non si è ricevuto. Allora il cristiano è una persona che prima ha vissuto il perdono di Cristo, si è sentita amata da Dio nella sua povertà più bassa, e solo allora ha potuto perdonare a sua volta. È l’esperienza di Pietro che, sentendosi amare anche nel tradimento, ha potuto dare a propria volta la vita.

I santi sono peccatori perdonati.

Fonte


Letture della Domenica
VI Domenica del Tempo Ordinario – ANNO A
Colore liturgico: VERDE

Prima Lettura

A nessuno ha comandato di essere empio.Dal libro del Siracide

Sir 15, 15-20, NV 15, 16-21

Se vuoi osservare i suoi comandamenti, essi ti custodiranno;
se hai fiducia in lui, anche tu vivrai.

Egli ti ha posto davanti fuoco e acqua:
là dove vuoi tendi la tua mano.

Davanti agli uomini stanno la vita e la morte, il bene e il male:
a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà.

Grande infatti è la sapienza del Signore;
forte e potente, egli vede ogni cosa.

I suoi occhi sono su coloro che lo temono,
egli conosce ogni opera degli uomini.

A nessuno ha comandato di essere empio
e a nessuno ha dato il permesso di peccare.

Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Sal 118 (119)

R. Beato chi cammina nella legge del Signore

Beato chi è integro nella sua via
e cammina nella legge del Signore.
Beato chi custodisce i suoi insegnamenti
e lo cerca con tutto il cuore. R.

Tu hai promulgato i tuoi precetti
perché siano osservati interamente.
Siano stabili le mie vie
nel custodire i tuoi decreti. R.

Sii benevolo con il tuo servo e avrò vita,
osserverò la tua parola.
Aprimi gli occhi perché io consideri
le meraviglie della tua legge. R.

Insegnami, Signore, la via dei tuoi decreti
e la custodirò sino alla fine.
Dammi intelligenza, perché io custodisca la tua legge
e la osservi con tutto il cuore. R.

Seconda Lettura

Dio ha stabilito una sapienza prima dei secoli per la nostra gloria

Dalla Prima lettera di San Paolo apostolo ai Corinzi

1 Cor 2,6-10

Fratelli, tra coloro che sono perfetti parliamo, sì, di sapienza, ma di una sapienza che non è di questo mondo, né dei dominatori di questo mondo, che vengono ridotti al nulla. Parliamo invece della sapienza di Dio, che è nel mistero, che è rimasta nascosta e che Dio ha stabilito prima dei secoli per la nostra gloria.

Nessuno dei dominatori di questo mondo l’ha conosciuta; se l’avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria.

Ma, come sta scritto:

«Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, Dio le ha preparate per coloro che lo amano». Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito;  lo Spirito infatti conosce bene ogni cosa, anche le profondità di Dio.

Parola di Dio

Vangelo

Così fu detto agli antichi; ma io vi dico.

Dal Vangelo secondo Matteo 
Mt 5, 17-37

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli.

Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.

Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio”. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.

Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.

Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!

Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore.

Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna.

Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.

Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare: “sì, sì”, “no, no”; il di più viene dal Maligno».

Parola del Signore.

Forma breve:

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 5, 20-22a.27-28.33-34a.37

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.

Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio”. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio.

Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore.

Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto. Sia invece il vostro parlare: “sì, sì”, “no, no”; il di più viene dal Maligno».

Parola del Signore

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