Abbracciati a Cristo, delusioni, umiliazioni, sofferenze sono lโinizio di unโavventura e una missione
ยซVerranno giorni in cui, di tutto quello che ammirate, non resterร pietra su pietra che non venga distruttaยป (Lc 21,6). Nei diversi livelli interpretativi relativi a situazioni esteriori e interiori possiamo leggere che verranno giorni in cui di tutto ciรฒ che costituisce la nostra quotidianitร non sarร lasciata pietra su pietra; giorni in cui i nostri templi, costruiti spesso con immani fatiche fisiche, morali e spirituali, crolleranno implacabilmente.
ร il tema della fine delle cose, di tutto ciรฒ che costruiamo credendo possa essere immutabile e solido: le carriere, le ricchezze, gli affetti stessi dati per certi. Tutte le cose volgono al termine, sono in travaglio e vanno verso qualcosa di cui ignoriamo la dimensione.
Puรฒ essere fonte di profonda angoscia che lโuomo si debba confrontare con il fatto che le cose finiscano o possano frantumarsi dallโoggi al domani. Questa cruda realtร sembra un colpo di accetta che pende sulla nostra esistenza e sulla bellezza di ciรฒ che abbiamo intorno, ma Gesรน aggiunge: ยซQuando sentirete parlare di guerre e rivoluzioni non terrorizzateviยป (Lc 21,9): ossia quando nella vita di una persona arriva ciรฒ che la fa misurare con la distruzione e il termine delle cose, non รจ quella la fine nรฉ il punto di arrivo. Quelle cose sono una strada, un percorso.
ยซBadate di non lasciarvi ingannareยป (Lc 21,8): badiamo di non andare a casaccio, di non vivere le cose avendo perso la direzione; lโassenza del discernimento รจ un rischio concreto. Il problema nella nostra vita รจ spesso non perdere la direzione: preferiamo smarrirci piuttosto che avere una tribolazione, vivibile solo se si riconosce la direzione da seguire; altrimenti anche un piccolo dolore diventa insopportabile.
Seguire Gesรน implica ritrovarsi nellโinstabilitร , nel pieno di bufere inattese in cui non ci sono punti di riferimento sicuro: succede che uno si trovi magari a portare addosso il peso, la colpa, i problemi della societร , a trovare qualcuno che lo accusa, che lo calunnia e lo carica di responsabilitร che non ha. Questo รจ successo a tanti santi e, sovente, a chi lavora alacremente nella vigna del Signore. Allora capita che il regno di questa terra si ribelli, aggredisca e distrugga.
Quando Dio ci destina agli infortuni, allโaffrontare i problemi e la cattiveria umana, dobbiamo pensare che essa non รจ una distruzione, nรฉ la fine, ma รจ lโinizio di unโavventura e di una missione: un terremoto puรฒ essere una chiamata allโamore, unโingiustizia una chiamata al perdono, un tribunale iniquo una chiamata alla testimonianza, la croce un lucerniere dentro cui splendere, ed รจ inutile prepararsi prima alla difesa perchรฉ queste cose non le gestisci mai come pensi.
Cโรจ chi passa la vita a rinserrarsi dentro i propri sistemi di sicurezza per evitare problemi, rimanendoci ingabbiati: รจ inutile prepararsi prima perchรฉ in quel momento arriva la grazia. Essere traditi perfino da genitori, fratelli, parenti, amici, essere uccisi, odiati da tutti, puรฒ voler dire perdere la vita che non conta per salvare quella che vale; รจ entrare nel paradosso che Gesรน espone alla fine di questo vangelo: ยซโฆuccideranno alcuni di voiโฆ Ma nemmeno un capello del vostro capo andrร perdutoยป (Lc 21, 16.17); significa poter perdere la vita, ma non la salvezza di Cristo.
Viviamo nella certezza che Dio conduce la nostra storia: e il fine ultimo delle cose รจ certo in lui; tutto quello che ci succede รจ conservato in lui.
Commento di don Luciano Condina
Fonte โ Arcidiocesi di Vercelli