Gesù vuole salvare il peccatore, non punirlo
Questa domenica celebriamo la festa del battesimo di Gesù. Intercorre un dialogo enigmatico fra Giovanni Battista e Gesù, nel quale il profeta vuole impedirgli di farsi battezzare, perché il gesto pone un problema di superiorità, di maggior importanza. Gesù risponde in una maniera molto strana: «Lascia fare per ora, poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia» (Mt 3,15). E Giovanni acconsente.
Qual è il problema? Il nocciolo della questione è che il precursore percepisce in Gesù la presenza del Messia, quindi sa bene che non è lui a doverlo battezzare, piuttosto il contrario! Questa è una giustizia di fondo, la giustizia dell’ordine delle priorità e dell’importanza gerarchica. Esiste però un’altra giustizia, molto diversa dalla nostra, che non è forense, ma è la giustizia che corrisponde all’adempimento del piano di Dio. Spesso nella vita pensiamo ci siano cose più e meno importanti, più e meno belle, ma negli occhi di Dio possono essere molto diverse: può risultare più importante lasciare che il più grande si sottometta al più piccolo, come spesso deve capitare quando uno vuole amare un’altra persona; non è importante, infatti, se io sono più grande o più piccolo di te, ma è importante che io sia disposto a lasciarmi mettere nel posto che serve a te, utile per te.
Gesù che si sottomette a Giovanni Battista, in realtà, si sottomette a tutti noi, si fa più piccolo, si pone al nostro posto: questo è l’assurdo del rapporto con Dio. La sua giustizia è quella per cui veniamo trattati secondo ciò che ci spetta, ma secondo la benevolenza di Dio. Un padre verso il figlio ha un’intuizione di giustizia molto diversa da quella retributiva: la giustizia per lui è fare il bene del figlio, dargli il massimo che può; così è per Dio nei nostri confronti. Con noi, Cristo ha adempiuto ogni giustizia assumendo su di sé la condizione del secondo, dell’ultimo, del sottomesso, per poterci amare, assecondare, “farsi secondo” per poterci aiutare. È questa la strana giustizia di Dio: se uno si comporta male, sia riportato nella pienezza, nella luce; se uno perde la vita sia riportato a questa stessa vita.
La giustizia per Dio non è punire il colpevole, ma salvarlo; la giustizia non è mettere in difficoltà chi odia e costringerlo a scontare l’errore commesso, ma è farlo recedere dallo sbaglio compiuto. Già i profeti annunciarono: «Non voglio la morte del peccatore, ma che si converta e viva” (Ez 33,11). Questa è “ogni giustizia” intesa da Gesù. Perciò il Signore non si mette dalla parte del giudice che valuta, ma assume una nuova prospettiva, entrando nell’umiliazione del battesimo: che il giusto, il limpido, il solare, l’innocente vada a mettersi in fila con i peccatori è il segreto della nostra avventura di cristiani; esso parte dal fatto che Cristo è disceso per stare a un livello ancora più basso del nostro, perché è da lì che ci vuole salvare. Si è incarnato nel buio del nostro nulla e si lascerà portare fino a prendere il nostro ruolo, fino a prendere su di sé quello che spetta a noi. Questa è la giustizia per Dio.
Come si può aver paura di un Dio così?
Letture della Domenica
BATTESIMO DEL SIGNORE – ANNO A – Festa
Colore liturgico: BIANCO
Prima Lettura
Ecco il mio servo di cui mi compiaccio.
Dal libro del profeta Isaìa
Is 42,1-4.6-7
Così dice il Signore:
«Ecco il mio servo che io sostengo,
il mio eletto di cui mi compiaccio.
Ho posto il mio spirito su di lui;
egli porterà il diritto alle nazioni.
Non griderà né alzerà il tono,
non farà udire in piazza la sua voce,
non spezzerà una canna incrinata,
non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta;
proclamerà il diritto con verità.
Non verrà meno e non si abbatterà,
finché non avrà stabilito il diritto sulla terra,
e le isole attendono il suo insegnamento.
Io, il Signore, ti ho chiamato per la giustizia
e ti ho preso per mano;
ti ho formato e ti ho stabilito
come alleanza del popolo
e luce delle nazioni,
perché tu apra gli occhi ai ciechi
e faccia uscire dal carcere i prigionieri,
dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre».
Parola di Dio
Salmo Responsoriale
Dal Sal 28 (29)
R. Il Signore benedirà il suo popolo con la pace.
Date al Signore, figli di Dio,
date al Signore gloria e potenza.
Date al Signore la gloria del suo nome,
prostratevi al Signore nel suo atrio santo. R.
La voce del Signore è sopra le acque,
il Signore sulle grandi acque.
La voce del Signore è forza,
la voce del Signore è potenza. R.
Tuona il Dio della gloria,
nel suo tempio tutti dicono: «Gloria!».
Il Signore è seduto sull’oceano del cielo,
il Signore siede re per sempre. R.
Seconda Lettura
Vita familiare cristiana secondo il comandamento dell’amore.
Dagli Atti degli Apostoli
At 10,34-38
In quei giorni, Pietro prese la parola e disse: «In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenza di persone, ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque nazione appartenga.
Questa è la Parola che egli ha inviato ai figli d’Israele, annunciando la pace per mezzo di Gesù Cristo: questi è il Signore di tutti.
Voi sapete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, cominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nàzaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui».
Parola di Dio
Vangelo
Appena battezzato, Gesù vide lo Spirito di Dio venire su di lui.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 3,13-17
In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui.
Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare.
Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».
Parola del Signore