Don Luciano Condina – Commento al Vangelo del 11 Ottobre 2020

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La mancata presenza degli invitati alla festa di nozze del figlio del re introduce a uno scenario a tinte forti, che veicola il messaggio di questa parabola con linguaggio paradossale e contrasti netti. Lโ€™invito del re รจ qualcosa di bello โ€“ dice usualmente ยซquesto per me รจ un invito a nozzeยป โ€“ e sono presenti anche i particolari succulenti, imminenti della bellezza della festa: ยซi buoi e gli animali ingrassati giร  uccisi e tutto รจ prontoยป (Mt 22,4). Come dire: manchi solo tu!

La risposta degli invitati รจ strana e violenta, perchรฉ arrivano ad uccidere i messaggeri che, ovviamente, alle orecchie dei capi di sacerdoti e farisei simboleggiano i profeti, rifiutati e uccisi da Israele. รˆ evidente che gli invitati di questa parabola non hanno compreso la natura e lโ€™importanza della festa.

Rimanendo sul paradosso con un pizzico dโ€™ironia: anche noi, ricevendo certi inviti di matrimonio non ne siamo entusiasti, pensando allo svenamento che comporterร  il regalo, arrivando a dire persino: โ€œsperavo fosse una multaโ€ e facciamo i conti: โ€œse andiamo in tre sono duecento euro a personaโ€ฆโ€, avviando ragionamenti tattici su chi escludere alla partecipazione senza offendere nessuno.

รˆ un poโ€™ la stessa dinamica con cui affrontiamo lโ€™invito alle nozze di Dio, il tipo di esistenza che Egli ha preparato per noi: non pensiamo alla bellezza, alla ricchezza, alla pienezza di vita, alla festa che solo Dio puรฒ avere in serbo per noi, e ci concentriamo invece su ciรฒ che Egli vorrebbe da noi, sullโ€™ennesima tassa che pure Dio esigerebbe, dopo tutte quelle che la quotidianitร  giร  riscuote. In realtร  non abbiamo ancora compreso, se non superficialmente, che alla festa di Dio possiamo davvero partecipare senza un regalo, perchรฉ per lui il regalo รจ la nostra presenza! E basta pensare alla gioia che hanno i nostri genitori quando li incontriamo per capire quanto ciรฒ sia vero, e che da loro possiamo sempre arrivare a mani vuote.

Facciamo fatica a crederlo perchรฉ anche noi, quando qualcuno arriva a mani vuote a un compleanno e ancor piรน a un matrimonio, a chi รจ senza regalo diciamo: โ€œlโ€™importante รจ che tu sia venutoโ€, tentando di mascherare lโ€™ipocrisia che spesso si nasconde dietro questa affermazione.
Una sola cosa ci chiede Dio: di arrivare con lโ€™abito pulito, splendente, lโ€™abito della festa appunto. Lโ€™abito รจ lโ€™immagine della nostra anima; lโ€™abito simboleggia il nostro aspetto e la nostra condizione spirituale. Alla festa di Dio si puรฒ accedere solo con lโ€™abito da cerimonia, candido e senza macchie.

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La festa a cui Dio ci invita puรฒ essere letta in chiave terrena o celeste.
Nel primo caso รจ la vita a cui Egli ci chiama in questo mondo, la missione insita nella nostra esistenza, che va svolta con purezza di intenzioni, leggerezza di cuore e fiducia totale nella bontร  di Dio, nella consapevolezza che la vera festa รจ poter svolgere questa missione, che รจ missione di Dio e non nostra.
In chiave celeste la festa รจ la vita nel regno di Dio, il regno dei beati al quale non si puรฒ accedere se non da santi, perchรฉ ยซil piรน piccolo nel regno di Dio รจ piรน grande di luiยป (Lc 7,28) (lui รจ Giovanni Battista).

ยซMolti sono i chiamati e pochi gli elettiยป (Mt 22,14): alla festa tutti sono invitati, ma tanti si negano ritenendo che la propria quotidianitร  โ€“ triste, pesante, redditizia, ebbra, ansiosa โ€“ sia migliore di quella a cui Dio ci invita.
La chiamata รจ un dono, lโ€™elezione una scelta.

Commento di don Luciano Condina

Fonte – Arcidiocesi di Vercelli