HomeVangelo della DomenicaDon Leonardo Diaco - Commento al Vangelo del 26 Gennaio 2025

Don Leonardo Diaco – Commento al Vangelo del 26 Gennaio 2025

Domenica 12 Gennaio 2025 - BATTESIMO DEL SIGNORE โ€“ FESTA - ANNO C
Commento al brano del Vangelo di: Lc 3,15-16.21-22

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Per la โ€œVI Domenica della Parola di Dioโ€ e Terza Domenica del Tempo Ordinario del 26/01/2025, dalla Torre Cavallara di Catanzaro Lido, Don Leonardo Diaco ci introduce alla liturgia del giorno con il vangelo di Luca (Lc 1,1-4;4,14-21).

Trascrizione, non rivista, del video:

Davanti alla Torre Cavallara di Catanzaro Lido, che serviva per difendere il territorio dall’incursione dei Saraceni e nella parte interiore c’erano dei cavalli e delle persone addette ad avvisare i rischi, cosรฌ abbiamo bisogno sempre di stare allerta di fronte alle situazioni della vita per essere pronti a combattere nell’agone nostra esperienza credente e di vita quotidiana.

Stiamo davanti alla terza Domenica del Tempo Ordinario che รจ stata cosรฌ dedicata da papa Francesco alla domenica della parola, alla centralitร  della parola di Dio nella vita del credente. Cosรฌ come in un rapporto d’amore se non ci si frequenta, quell’amore non puรฒ crescere, maturare eh fecondare, cosรฌ il rapporto con la parola di Dio deve essere un rapporto sempre piรน maturo, piรน adulto, piรน frequente e piรน costante ed รจ in questa logica che questa domenica รจ nata proprio per riappropriarci di uno dei doni grandi che il Signore ci ha fatto: la sua parola.

La scrittura rimane un libro. Fin quando non la ascoltiamo lo Shemร  Israel, Ascolta Israele quello che il Signore ha fatto, fa e Farร  nella tua vita. E l’Israele di oggi che siamo noi, siamo proprio vocati, chiamati a cogliere ciรฒ che Dio continua a compiere dentro la nostra vita. La parola รจ: in principio il Signore dice e ciรฒ che lui dice avviene.

Non si tratta nella scrittura e della scrittura di un trattato di teologia ma di una storia, di un’avventura, di una avvenimento, di un fatto che, facendolo nostro, continua attraverso di noi, si perpetua attraverso di noi. Quella parola che in Gesรน si รจ fatta carne continua eh questo dinamismo anche dentro la nostra vicenda. Non agisce in modo magico, non รจ un amuleto, ma รจ dotata di una energia, energia irresistibile che ha come obiettivo sรฌ anche di consolare, ma soprattutto di liberare. Gesรน รจ venuto a portare una libertร  profonda, radicale, interiore, quella libertร  che permette a chiunque di di realizzare ciรฒ a cui รจ chiamato ad essere e cioรจ la sua vocazione, la sua diciamo responsabilitร  nella storia, nel tempo e nei compiti che vengono affidati.

Quel Teofilo a cui Luca si rivolge nell’esordio del suo Vangelo sรฌ รจ sicuramente un personaggio importante che gli avrร  chiesto di mettere in ordine tutto ciรฒ che riguarda la figura di Gesรน e degli Apostoli. Visto che Luca non รจ un diretto conoscitore di Gesรน e probabilmente di generazione successiva, ha sentito dire di queste cose e il suo compito รจ quello proprio di mettere ordine, attraverso testimonianze, attraverso degli approfondimenti seri, delle ricerche approfondite, di tutto ciรฒ che riguarda la vicenda di Gesรน di Nazaret e tutto lo fa proprio con un obiettivo, che รจ quello di permettere di camminare, di procedere nel nel nella propria liberazione personale. Il senso di liberazione D’Or in ebraico รจ proprio impedire, togliere i lacci a chi vuole camminare speditamente.

Per cui l’approccio che noi dovremmo avere davanti alla parola di Dio รจ proprio quello di lasciarci sciogliere dai legacci che ci impediscono di camminare in maniera spedita. La proclamazione della parola di Dio, il ritrovarci attorno alla parola รจ sรฌ per il singolo discepolo, ma รจ per una comunitร  e intorno alla comunitร  intorno alla parola che la comunitร  si riscopre tale, si diventa popolo attraverso questa parola di liberazione. La consapevolezza di essere chiamati in questo cammino di riscatto che il Signore ha compiuto una volta per sempre e che vuole continuare a realizzare dentro di noi, riunisce la chiesa, consola il credente ma opera un giudizio sulla propria vita. E quindi รจ lasciar risuonare dentro di sรฉ il senso profondo della scrittura e mettersi in quella storia di Gesรน per proseguirne, attraverso la propria no, nella continuazione del mondo e dare corpo e dare senso e dare presenza e dare attualizzazione a quella parola eterna che ci raggiunge.

Per cui in questa domenica diciamo ci sono tre direttrici principali: intanto fare delle ricerche accurate, cioรจ non fermarsi a una lettura superficiale della parola di Dio. Nessuno di noi vorrebbe negli incontri e nelle relazioni essere considerato solo nella sua apparenza, nella sua superficialitร  esteriore, ma vuole colto nella sua profonditร . Cosรฌ l’approccio alla parola di Dio deve essere profondo, intenso, accurato, accompagnati dallo spirito. La seconda รจ che Gesรน รจ venuto cosรฌ come entrando nella Sinagoga di di Nazaret fa prende il rotolo del libro e Isaia, quello spirito che si poggia su di lui per portare il lieto annunzio ai poveri. Ecco questa povertร  non รจ solo certamente di natura economica, ma รจ quella povertร  di chi si scopre limitato, mancante, mendicante come ha fatto Gesรน venendo nella storia, cioรจ mendicante di qualcosa di piรน profondo, di non bastare a se stesso, di non essere autosufficiente, che in fondo รจ il peccato originale e questa povertร  รจ la condizione necessaria per entrare dentro l’accoglienza della parola, cosรฌ come la Vergine Maria ha fatto, offrendo il suo cuore prima e il suo grembo poi al cielo.

E infine oggi questa parola si รจ compiuta. E l’oggi di Dio che nel Vangelo di eh di Luca ritorna, Gesรน, secondo il suo solito, entra nella Sinagoga, ma quella parola solita, continua, costante che riascoltiamo continuamente, si compia nella quotidianitร , nella concretezza del nostro oggi. E l’oggi che compie la storia di un passato che ritorna non per diventare una prigione ma per diventare un memoriale che si attualizza attraverso l’ascolto di questo dono che il Signore ci ha fatto. Quindi รจ un compito soprattutto di risvegliarci dal del rimetterci in piedi.

La prima lettura che ascolteremo domenica รจ di Neemia. Neemia ed Esdra, governatore e sacerdote di Israele, un secolo dopo l’esilio, si rendono conto della ancora delle difficoltร  che ci stanno ad essere un popolo che cammina nel solco del Signore. Per ricomporre questo popolo c’รจ bisogno di mettere dentro lui e quindi vi รจ una convocazione, un’assemblea in cui vengono convocati tutti: donne, bambini, anziani, uomini sulla piazza e al centro ci sta questo grande ambone, questo pulpito su cui viene proclamata la parola, la Torร , con brani distinti, spiegandone il senso. รˆ un po’ il l’origine dell’omelia: cioรจ ascoltare la parola di Dio per indicare una strada, una via. E tutti stanno in piedi con l’atteggiamento di chi รจ pronto per rimettersi il cammino, ricevono la benedizione del Signore e si dร  la benedizione e la ringraziamento al Signore, tutti rispondono con quell’amen che รจ la l’assenso, il sรฌ. E quando si ascolta quella parola c’รจ un senso di di di di pentimento, di battersi il petto, mentre Esdra invita tutti a far festa perchรฉ la la gioia del Signore รจ la nostra forza, รจ nella sua gioia che noi possiamo trovare un orientamento alla nostra esistenza e alla nostra vita.

Allora la liberazione che la parola di Dio, attraverso la parola di Dio, il Signore vuole portarci รจ una liberazione totale per ogni uomo, per tutto l’uomo, tutte le dimensioni della propria esistenza. La libertร  non c’รจ regalata da altri, non puรฒ essere imposta da altri. La libertร  รจ un dono che il Signore ci ha guadagnato a caro prezzo e che chiede anche a noi, nel nostro vivere quotidiano, nel nostro testimoniale della fede, questo prezzo di esserci, di impegnarci, di sacrificare, di dare valore alla nostra vita, al nostro tempo, al nostro oggi, perchรฉ possa diventare anche l’oggi di Dio.

Buona terza Domenica del Tempo Ordinario. Buona domenica della parola a tutti e che la scrittura possa diventare veramente uno scrigno nella quale, dalla quale ricevere ogni giorno i doni preziosi per la nostra vita.