Il Regno รจ in mezzo a noi
Siamo giunti allโultima domenica dellโanno liturgico, Anno C. Domenica prossima comincia un nuovo anno. Intanto lโanno si chiude con una bellissima festa in onore di nostro Signore: la festa di Gesรน Cristo re dellโuniverso. Lโespressione โCristo reโ risulta dellโaccostamento di due titoli che in realtร indicano la stessa cosa.
Cristo รจ la traduzione greca del termine ebraico โMassiahโ, che designa il re, in quanto eletto e consacrato col gesto simbolico dellโunzione. Nella prospettiva veterotestamentaria questo titolo รจ riservato al discendente davidico che realizza il regno di Dio di giustizia e di pace. La primitiva comunitร cristiana riconosce e proclama Cristo e Signore, Gesรน, il discendente della stirpe di Davide, scelto da Dio per realizzare il suo regno e il dono della salvezza a favore di tutti gli esseri umani.
Si tratta essenzialmente della signoria, del dominio, della sovranitร di Dio sul mondo. Il regno di Dio non รจ dunque un luogo, una situazione o un gruppo di persone, ma รจ il fatto che Dio regna e le potenze che gli si oppongono (peccato, morte, satana) sono vinte.
Alla figura ideale del re Davide rimanda la prima lettura dal secondo libro di Samuele. Davide dimostra di essere non solo un valido comandante, ma anche un abile uomo politico che riesce ad ottenere il consenso dei suoi oppositori. Su questโimmagine idealizzata di Davide si innesta la speranza di un re che istaurerร il regno di Dio. Davide divenne quindi โfiguraโ del messia atteso dal popolo eletto: figura del Signore Gesรน.
Di questa regalitร di Gesรน, Figlio di Dio, parla anche il brano ai Colossesi. San Paolo ricorda che il Padre ha liberato gli uomini dal potere delle tenebre, e li ha introdotti nel regno del suo Figlio diletto. Questa liberazione o redenzione cristiana consiste nella remissione dei peccati. Quindi Paolo traccia un grandioso ritratto in cui si celebra il primato di Cristo nella creazione e nella redenzione. Egli come primogenito รจ il mediatore di tutte le cose e di tutti gli esseri viventi. Perciรฒ tutta la realtร creata ha la sua coerenza e consistenza nel Figlio, che รจ lโicona del Padre.
Il brano evangelico ci parla del compagno di patibolo di Gesรน, ossia del โbuon ladroneโ. Le ultime parole di questo malfattore pentito suonano come unโimplicita professione di fede messianica: โGesรน, ricordati di me quando entrerai nel tuo regnoโ. Questo criminale riconosce o scopre in Gesรน il Dio nascosto sotto lโimmagine di un malfattore comune, sfigurato e non trasfigurato; egli si raccomanda a Gesรน, che riconosce come il Messia del futuro regno di Dio.
Gesรน gli promette una salvezza immediata dopo la morte associandolo al suo destino di giusto salvato da Dio: โIn veritร ti dico, oggi sarai con me nel mio paradisoโ. Nelle parole di Gesรน risalta lโattualitร , lโoggi della salvezza. La salvezza รจ per oggi e adesso, e non per domani.
Gli altri erano lร per giudicare e condannare Gesรน, il buon ladrone invece ha avuto il coraggio e la forza morale di avere uno sguardo indagatore su di sรฉ e su Cristo, di giudicare se stesso, di riconoscere il proprio peccato. Il riconoscimento dei peccati รจ ciรฒ che la nostra societร odierna rifiuta. Il peccato รจ il grande escluso da una certa societร cosiddetta โlaicaโ, e non si sente il bisogno di chiedere perdono a Dio e ai fratelli.
Eppure il regno di Dio, considerando bene la figura del buon ladrone, riguarda un popolo di peccatori, pentiti e riconciliati. Perciรฒ, come dice il prefazio di questa solennitร , รจ โRegno di veritร e di vita, regno di santitร e di grazia, regno di giustizia, di amore e di pace. Dobbiamo essere lieti di appartenere a un tale regno.
Don Joseph Ndoum
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