Impastati di terra e di acqua battesimale
Il battesimo è un momento straordinario di manifestazione dello Spirito di Dio nella persona di Gesù. Egli lo riceve mentre è in preghiera, luogo dove abita lo Spirito Santo. Come a Gesù, anche a noi Dio dice: «Tu sei il Figlio mio prediletto, in te ho posto il mio compiacimento».
Per Gesù scendere nell’acqua del fiume Giordano è un po’ come scendere nelle profondità del nostro cuore, per andare a prendere quello di cui ci vergogniamo e che vi abbiamo nascosto: errori, fragilità, rimorsi, peccati. Gesù si immerge nella nostra storia per riemergere con una vita completamente nuova. Una vita che ci ha acquistato con la sua morte e resurrezione perché questo è il battesimo: morire alla vita vecchia e nascere alla vita nuova in Cristo. Altro che compleanno, è il battesimo il vero inizio della nostra vita! Una vita non fatta del susseguirsi di giorni ma di occasioni di grazia nelle quali sperimentare la bellezza di essere figli amati da Dio.
«Tu sei il Figlio mio».
Ci affanniamo ad ottenere titoli, potenza e ricchezza dimenticando che, con il battesimo, siamo diventati figli di Dio! Figli di Dio! Possiamo chiamare Dio papà! Apparteniamo alla famiglia di Dio, siamo suoi, avvolti nel suo amore e nella sua protezione. L’unzione con il crisma che viene fatta sul capo del battezzando è segno del nostro essere sacerdoti, re e profeti ma richiama anche quel segno che Dio fece a Caino per proteggerlo dalle eventuali vendette per l’uccisione del fratello Abele. Noi siamo di Dio, apparteniamo a Lui e nulla potrà farci veramente del male. Anche quando pensiamo che il mondo abbia la meglio su di noi, possiamo fare appello all’amore di Dio che protegge, cura e redime.
«L’amato».
Nel giorno del nostro battesimo ci viene dato un nome e quel nome sarà usato da Dio per chiamarci nel segreto del nostro cuore per sempre. Dietro ogni nome c’è la storia di una vita ma prima di questo, per Dio noi siamo gli amati. Cioè Dio ci ama a prescindere dalla nostra storia piena di alti e bassi, di delusioni o soddisfazioni. Prima del nostro nome c’è il suo incondizionato amore di Padre.
«In te ho posto il mio compiacimento».
Compiacimento: non si tratta di un piacere assoluto, bensì relativo; non si può essere compiaciuti in generale, lo si può essere soltanto in relazione a qualcuno (piacere-con). Compiacimento è un’espressione più complessa per dire semplicemente: mi piaci! A Dio noi piacciamo, sempre. Dio è un padre orgoglioso di noi. Com’è bello sentirsi dire da un genitore: sono orgoglioso di te! Com’è bello sentirsi dire da chi si ama: tu mi piaci! Dovremmo dircelo più spesso, dovremmo dire più spesso ai nostri figli, a nostro marito, moglie, padre o madre, ai nostri amici: sono orgoglioso di te, mi piaci, mi piace quello che fai, mi piace quello che sei!
Oggi, ricordando il battesimo di Gesù, ricordiamo anche il nostro.
A proposito: ricordate la data del vostro battesimo? No? Correte subito in Parrocchia e fatevela dire. Poi segnatevela fra le ricorrenze da non dimenticare. In quella giornata partecipate a Messa o almeno ritagliatevi un tempo per ringraziare il Padre e poi, perché no, la sera andate a festeggiare con la famiglia, con gli amici. Festeggiamo tanti anniversari perché escludere proprio il nostro battesimo?
Il battesimo, però, non va solo ricordato ma vissuto. La missione che ci è stata data quel giorno è impegnativa: annunciare con la nostra vita l’amore di Dio per ogni uomo. Tuttavia ci consola l’idea che non siamo soli ma che con il battesimo Dio ha riposto il suo Spirito, il suo respiro, dentro di noi. Siamo fatti di terra e di acqua battesimale. Adamo era un fantoccio di fango fin quando il Creatore non ha alitato su di lui. Da allora senza il respiro di Dio in noi, non possiamo dirci davvero vivi perché, in fondo, siamo stati creati per il Cielo.
Fonte: il sito di don Ivan Licinio oppure la sua pagina Facebook oppure il canale Telegram