«Ascoltate e comprendete bene! Non ciò che entra nella bocca rende impuro l’uomo; ciò che esce dalla bocca, questo rende impuro l’uomo!».
In questo tempo di pandemia mi è capitato di dover assistere a dispute teologiche sulla distribuzione dell’Eucarestia sul palmo della mano. Fra quelli che gridano al sacrilegio e quelli che fanno appello a visioni di mistici e messaggi della Madonna, c’è davvero tanto su cui riflettere. Ma una domanda possiamo farla liberamente: può la fede ridursi in formalismi?
Nel Vangelo di oggi Gesù deve rispondere alla solita obiezione dei soliti farisei sul rispetto delle innumerevoli norme che ogni pio ebreo doveva rispettare per non offendere Dio. Gesù va oltre, ricordando che la fede non è questione di mani pulite o di cibi puri ma è un incontro, fra la sua Parola e le nostre parole.
La Parola di Dio salva, incoraggia, vivifica; la parola dell’uomo spesso condanna, offende, mortifica. Possiamo anche avere le mani igienizzate ma possiamo dire altrettanto della nostra bocca, la stessa che riceve l’Eucarestia? Impariamo ad usare di più la bocca per proclamare la Parola, per bene-dire e non male-dire. Una parola buona vale più di molti gesti vuoti, tanto nella fede che nella vita.
Buon cammino, insieme.
Fonte: don Ivan Licinio su Facebook