don Ivan Licinio – Commento al Vangelo del 30 Dicembre 2021

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«Parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme».

Fra i testimoni che la Liturgia della Parola del tempo di Natale ci presenta, oggi incontriamo Anna, l’anziana profetessa. Rimasta vedova dopo appena sette anni di matrimonio, dedicò tutta la sua vita a Dio facendone il suo sposo. La prima cosa che questa donna ci insegna è che l’amore non muore mai. Se quello terreno si spegne, quello di Dio resta.

L’amore dell’uomo è (o almeno dovrebbe essere) a immagine di quello di Dio: eterno, immutabile, misericordioso, creativo, salvifico. Anna vive questo tipo di amore e perciò è capace di riconoscere l’Amato in Gesù, l’Amore di Dio fatto uomo. Nonostante la sua età avanzata, Anna ha conservato un cuore aperto alla novità di Dio. Quanti, invece, pur essendo giovani si sono rinchiusi nell’abitudine? Dio, invece, è sempre nuovo e ha sempre qualcosa di nuovo da dire al nostro cuore.

La seconda cosa che ci insegna Anna è il dovere dell’annuncio e della testimonianza senza lasciarci limitare dalle nostre condizioni fisiche o spirituali. Anna parla del Bambino Gesù nonostante la sua testimonianza possa essere inficiata dall’età o dal fatto che frequenti il tempio da tanto tempo. Anche noi non dobbiamo aspettare il momento giusto o di essere nelle condizioni migliori per poter annunciare la venuta di Dio nella nostra vita.

Le più belle omelie, molte volte, sono quelle che si fanno da un letto di ospedale o con un abbraccio inaspettato. Anche attraverso la nostra testimonianza e la passione che ci mettiamo ad annunciarlo, Gesù “cresce e si fortifica”.

Buon cammino, insieme.


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