«Se uno viene a me e non mi ama più di…».
Non c’è nulla di male ad amare i propri genitori o la famiglia che abbiamo creato con la persona che amiamo. Anzi, guai se non fosse così! Eppure oggi Gesù chiede l’amore incondizionato verso di Lui come norma fondamentale del discepolato. Allora dobbiamo abbandonare tutti e tutto per seguirlo? Non è contraddittorio prima chiedere di amarci gli uni gli altri e poi di lasciare tutti e seguirlo?
È giusto amare i propri cari così come il proprio lavoro o i propri sogni da realizzare ma attenzione a non fare in modo che questi prendano il posto di Dio nella vita. Dovremmo sempre chiederci quale spazio diamo alle persone nel nostro cuore e quale posto diamo a Dio. Perché se la nostra famiglia, il nostro lavoro o i nostri progetti sostituiscono Dio, non stiamo seguendo Dio ma noi stessi.
L’uomo quando segue l’uomo e non Dio si perde, non raggiunge la sua piena felicità. Amare mamma e papà, il marito o la moglie, i figli e quello che si fa per loro, è giusto solo nella misura in cui questo amore scaturisce dall’Amore vero che Gesù ci ha insegnato sulla croce: «colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo».
Sapersi sacrificare, decentrarsi, per fare spazio a Dio e alla sua salvezza. Ecco il discepolo.
Buon cammino, insieme.
Fonte: il sito di don Ivan Licinio oppure la sua pagina Facebook oppure il canale Telegram