«Signore, se vuoi, puoi purificarmi».
La preghiera del lebbroso non è una richiesta di rimborso, qualcosa che il Signore deve restituirci poiché precedentemente lo ha preso ingiustamente. In quel «se vuoi» c’è l’abbandono totale alla volontà di Dio, soprattutto nei momenti di dolore. È questo suo modo di pregare che muove a compassione Gesù, il quale compie due gesti profondissimi: gli tende la mano e lo tocca.
Gesù rimette in piedi quell’uomo messo in ginocchio dalla vita e tocca con mano il suo dolore; cose che nessuno si sarebbe sognato di fare verso un lebbroso. Sono segni che guariscono il cuore prima del corpo, che ridanno dignità, inserendo nuovamente quest’uomo nella comunità. Sono gesti che vengono offerti a ciascuno di noi, continuamente.
Ai due gesti corrispondono due richieste da parte di Gesù: ringraziare e testimoniare con un nuovo percorso di vita. Azioni che dovrebbero appartenere a tutti quelli che, in un modo o in un altro, sono stati guariti da ciò…
Fonte: il sito di don Ivan Licinio oppure la sua pagina Facebook oppure il canale Telegram