«Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
I giorni ai quali Gesù si riferisce avvennero effettivamente nel luglio del 70 d.C. quando l’Imperatore Tito, per soffocare la rivolta degli ebrei contro Roma, distrusse definitivamente il Tempio di Gerusalemme. Sessant’anni dopo, il suo collega Adriano, in seguito all’ennesima sommossa, rase al suolo l’intera città .
Tuttavia il concetto che Gesù vuole consegnarci nel Vangelo di oggi, riguarda la precarietà delle opere dell’uomo rispetto all’eternità dell’opera di Dio. Non possiamo affidarci, né basare tutta la nostra esistenza, solo sulle opere che siamo capaci di fare con le nostre forze perché, prima o poi, irrimediabilmente queste termineranno.
Al contrario, se le opere che compiamo grazie ai doni e alle capacità che il Signore ci ha donato, sono in ordine alla costruzione del Regno di Dio su questa terra, allora avremo riequilibrato l’ordine delle cose, mettendo l’Amore verso Dio e gli altri prima degli interessi personali. Non scambiamo Dio con altre moderne divinità come il denaro, la giovinezza, l’estetica: «Badate di non lasciarvi ingannare».
Quando facciamo le cose per amore e non per egoismo abbiamo la garanzia che lasceranno il segno nel cuore dell’umanità e in quello di Dio. Potranno cadere le pietre e distruggersi monumenti che pensavamo eterni ma l’Amore non tramonterà mai.
Buon cammino, insieme.
Fonte: il sito di don Ivan Licinio oppure la sua pagina Facebook oppure il canale Telegram