«Dai loro frutti li riconoscerete».
Il detto di Gesù, talmente importante da essere ripreso due volte da Matteo in poche righe, diventa uno strumento molto importante per il discernimento delle persone di fede che incontriamo, ma anche, più in generale, di quanti si propongono come punti di riferimento di una comunità.
Oggi, grazie alla capillare diffusione dei media, il mondo (anche cattolico) è davvero diventato piccolo e possiamo conoscere molte proposte interessanti, molti accattivanti progetti, molti predicatori affascinanti. Uomini e donne particolarmente significativi che ci rapiscono con la loro spiritualità. È bene che sia così, da sempre il Vangelo si trasmette da bocca a orecchio attraverso la testimonianza di persone credibili. Ma come giudicare tutte queste novità Seguiamo il consiglio del Signore Gesù: dai frutti.
Non dall’entusiasmo, né dalla forza della predicazione, non dalla capacità organizzativa, ma dai frutti che quella persona, quella comunità o quell’iniziativa produce. Ma attenzione, non dai risultati, per non cadere nella logica dell’efficientismo, ma dai frutti evangelici: pace interiore, gioia, compassione, perdono.
Siamo chiamati a valutare le nostre azioni pastorali, le nostre parrocchie, le nostre attività partendo dalla stessa logica: guardando ai frutti che questi producono.
Nessun rovo produce succosa uva da tavola!
E con lo stesso criterio possiamo valutare noi stessi: la nostra vita sta portando dei frutti? O viviamo solo in mezzo ai rovi? Prima di incolparci di ogni insuccesso, proviamo a guardare se abbiamo investito il nostro tempo e le nostre energie nell’unico che ci fa portare frutto, se siamo innestati a Gesù come il tralcio alla vite.
Buon cammino, insieme.