Ritornare bambini per imparare ad essere grandi
Oggi il Vangelo ci mette difronte alla tentazione piรน vecchia del mondo: voler primeggiare sugli altri. Nessuno รจ esente, nemmeno gli apostoli. Infatti, mentre Gesรน annuncia loro la croce, il momento piรน triste e doloroso della sua vicenda umana, loro pensano a quale posto occuperanno nel nuovo regno, tutto terreno, che credono si instaurerร da lรฌ a poco. Desiderano la gloria ma non capiscono la croce, vogliono il successo ma non ammettono il sacrificio. Noi, moderni apostoli, non siamo poi cosรฌ diversi. Cโรจ chi fa di tutto per emergere o chi ricerca continuamente lโapprovazione dellโaltro, magari attraverso un like.
Di sicuro ognuno cerca di allontanare quanto piรน possibile la croce dalla sua vita, pretendendo di ottenere tutto senza eccessive rinunce. Mettiamo noi stessi al primo posto, sacrificando tutto e tutti sullโaltare del nostro personale profitto, dallโambiente alle persone che diciamo di amare. Siamo affetti da egomania: la malattia della societร dellโIo che mette lโuomo al posto di Dio. La pandemia, poi, ha rafforzato la cultura dellโindividualismo, fiaccando ogni sforzo precedente di costruire relazioni fondate sul โnoiโ.
Il Signore Gesรน, tuttavia, oggi ci fornisce un suo particolare vaccino e un test infallibile per salvarci dallโegomania: ad un certo punto abbraccia un bambino e lo mette al centro dellโattenzione dei Dodici. ยซChi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandatoยป. Cosa vuole dirci? Il bambino รจ lโimmagine della purezza e dellโumiltร . Allo stesso modo rappresenta tanto la fragilitร quanto la potenzialitร insita in ogni essere umano. Essere bambini vuol dire non essere autosufficienti e quindi bisognosi della cura di una persona grande. Per i cristiani questo โgrandeโ รจ Dio. ร in quellโabbraccio di Gesรน al bambino che si esprime tutta la premura e lโaffetto di Dio per lโumanitร . Come il bambino si fida e si affida ai grandi, anche noi dovremmo sempre fidarci e affidarci a Dio. Cosรฌ come ha fatto il Figlio con il Padre, accogliendo la sua volontร e affidandosi a Lui fino alla morte di croce. Su quella croce, supplizio per gli ultimi della terra, Gesรน diventerร il primo: principio della nuova creazione e inizio della vita eterna, la nostra piรน grande speranza.
Cristo, pur essendo di natura divina, non considerรฒ un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliรฒ se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini. (Fil 2,6-7a)
Se Cristo, dunque, si รจ fatto servo divenendo simile agli uomini, allora anche noi cristiani siamo chiamati a servire gli uomini, tutti gli uomini, per diventare sempre piรน simili a Cristo. ร nel servizio ai piccoli della terra che scopriamo la nostra reale grandezza ma ad una condizione: conservare occhi e cuore da bambino. I bambini non fanno discriminazioni nรฉ compromessi. Non si arrendono al male perchรฉ per loro รจ sempre il bene a trionfare. Ricordiamoci di quanto erano semplici le cose quando le vedevamo con gli occhi da bambino. Non abbiamo bisogno di โbambinoniโ ma di uomini e donne maturi che sappiano ascoltare quello che di piรน puro si portano nel cuore.
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Riconoscerci piccoli dinanzi al dono della vita รจ un atteggiamento che ci aiuterร davvero a essere primi, non tanto agli occhi degli uomini ma a quelli di Dio!
Fonte: il sito di don Ivan Licinio oppure la sua pagina Facebook oppure il canale Telegram